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#Dantedì
per la scuola e lo studio

Su proposta del Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo è nato il Dantedì, il giorno celebrativo dedicato al nostro sommo poeta Dante Alighieri. Il giorno ufficiale sarà il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come possibile inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Libraccio.it coglie l’occasione per permettere a tutti di ravvivare la memoria sul grande poeta e vate fiorentino e agli studenti di approfondire ulteriormente la sua figura e le sue opere.

La Biografia di Dante Alighieri

Figlio di Alighiero II degli Alighieri e di Bella, Dante apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà guelfa fiorentina. Il suo primo e più importante maestro di arte e di vita è Brunetto Latini, che in questi anni ha una notevole influenza sulla vita politica e civile di Firenze. Dante cresce in un ambiente “cortese” ed elegante, impara da solo l’arte della poesia e stringe amicizia con alcuni dei poeti più importanti della scuola stilnovistica: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia, condividendo con loro un ideale di cultura aristocratica e di poesia raffinata. Nel 1285 sposò Gemma di Manetto Donati da cui ebbe tre o quattro figli. Al 1274 risale il primo incontro con Beatrice a cui Dante è legato da un amore profondo e sublimato dalla spiritualità stilnovistica. Di questo amore, cantato nelle Rime e nella Vita Nuova, pochi sono i fatti accertati: sembra però che la morte di Beatrice, nel 1290, lo abbia gettato in una profonda crisi religiosa e che da questa si sia ripreso dedicandosi agli studi. Dante partecipò attivamente alla vita politica fiorentina, iscrivendosi alla corporazione dei medici e degli speziali. Firenze era allora teatro di feroci lotte tra due fazioni guelfe: i Bianchi, che perseguivano una politica di autonomia, capeggiati dalla famiglia dei Cerchi, e i Neri, legati da interessi mercantili al papato e guidati dalla famiglia dei Donati. Le manovre politiche di papa Bonifacio VIII spinsero Dante a schierarsi coni Bianchi. Nel 1301, proprio mentre a Firenze arrivava Carlo di Valois e il partito dei Neri prendeva il sopravvento (sostenuto dal papato), Dante è a Roma, alla corte di Bonifacio VIII. Inizia così una feroce repressione politica: Dante, accusato di corruzione, viene sospeso dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una pesante ammenda. Poiché Dante non si presenta davanti ai giudici, viene condannato alla confisca dei beni e al rogo qualora si fosse fatto trovare sul territorio del Comune di Firenze. È così costretto a lasciare la sua città con la coscienza di essere stato beffato da Bonifacio VIII. Dante cercò di collegarsi con gli altri Bianchi, ma disgustato poi dall’inconcludenza dei suoi compagni, si isolò, rassegnato a cercare una sistemazione per sé e la sua famiglia presso le corti dell’Italia settentrionale. Sono anni di intenso lavoro: oltre alla Commedia, scrive il Convivio e il De Vulgari Eloquentia, Nel 1310 con l'arrivo in Italia di Arrigo VII, Imperatore del Sacro Impero, nel poeta si riaccende la speranza di rientrare a Firenze, ma Arrigo muore improvvisamente. Negli anni successivi, Dante fu ospite di Cangrande della Scala presso cui si trattenne fino al 1318 o al 1320. Si ignorano i motivi che lo spinsero poi a lasciare Verona per Ravenna, dove fu ospite di Guido Novello da Polenta e dove morì tra il 13 e il 14 settembre del 1321.

La Divina Commedia

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Struttura e significato

La Divina Commedia è il capolavoro di Dante e l’opera che racchiude tutta la sua esperienza politica, spirituale e poetica. In un’epistola con cui Dante invia e dedica a Cangrande della Scala il primo canto del Paradiso, il sommo Poeta spiega anche idee, struttura, significati allegorici e finalità del poema. Chiarisce perché avesse deciso di chiamare il suo poema Comedia o Commedia, il cui appellativo divina fu indebitamente premesso nel 1555 da Ludovico il Dolce. Il titolo è giustificato da motivazioni stilistiche, in particolare dall’adozione di uno stile “medio” tipico del genere comico, e dal fatto che l’opera inizia con una visione cupa e amara e termina felicemente. Sempre nella stessa lettera, Dante esplicita le finalità pratiche, di insegnamento morale che stanno all’origine dell’opera e che spinsero l’autore a scrivere in italiano e a servirsi di un metro popolare come la terzina per raggiungere il pubblico più vasto possibile. La rappresentazione fantastica del viaggio e della visione dell’oltretomba va intesa come autentica esperienza di liberazione dal peccato. Quanto alla cronologia del poema, a lungo dibattuta, la critica si è indirizzata con verosimile approssimazione a considerare l’Inferno iniziato intorno al 1306-1307 (per essere diffuso prima del 1314), il Purgatorio compiuto prima del 1316 e il Paradiso steso tra il 1316 e il 1321. La Divina Commedia consta di 14.233 versi endecasillabi ed è suddivisa in 100 canti, raggruppati in 3 cantiche: 34 canti l’Inferno, che ne ha uno di più, di proemio all’intero poema, e 33 ciascuna delle altre due. Attraverso questi tre regni, Dante compirà il viaggio che lo porterà dalla conoscenza del male all’acquisizione del Bene Sommo, che è la visione di Dio.

La numerologia

L’idea del viaggio oltremondano e le figurazioni fantastiche dell’aldilà non sono nuove alla letteratura classica e medievale: dal libro di Daniele del Vecchio Testamento, all’Apocalisse di San Giovanni, dal VI libro dell’Eneide virgiliana al Somnium Scipionis di Cicerone e ai racconti infernali delle Metamorfosi di Ovidio. Ma la potente fantasia dantesca impedisce di considerare tali precedenti come vere e proprie fonti. Il gusto e l’intellettualismo medievale, tuttavia, sono presenti in molti aspetti espressivi del poema: per esempio nel gioco dei parallelismi, delle simmetrie e delle allegorie che lo chiudono in una rigorosa struttura, ritmata dai numeri-simbolo del 3 e del 10 (il primo è simbolo della Trinità, il secondo della perfezione) e dai loro multipli. L’opera è in terzine ed è formata da 100 canti, di cui uno introduttivo e gli altri 99 divisi i in 3 cantiche. Sono 9 i cerchi infernali, 9 sono le cornici del Purgatorio unite all’antipurgatorio e il paradiso terrestre, sono 9 i cieli mobili del Paradiso. Tale struttura sorregge l’immaginazione mirabile del poeta, nella varietà delle pene e dei paesaggi, nelle continue e mutevoli apparizioni di personaggi dialogano con Dante.

Contenuto dell’opera

L’opera descrive il lungo viaggio simbolico compiuto da Dante all’età di trentacinque anni, in un mondo immaginario basato sulla concezione cristiana dell’Aldilà dell’epoca in cui visse il poeta. Il viaggio inizia quando egli si ritrova improvvisamente in una selva oscura, che simboleggia il difficile momento vissuto dal poeta in quel momento, sia dal punto di vista personale che politico. Qui viene aiutato dal poeta latino Virgilio che sarà la sua guida nella discesa lungo i gironi infernali. Il viaggio rappresenta un percorso di purificazione, perché Dante, sempre sotto la guida di Virgilio, visiterà poi il monte del Purgatorio, luogo di passaggio dove le anime sono in attesa di espiare i peccati commessi in vita, fino ad arrivare in Paradiso, che accoglie le anime pie e coloro che dopo la purificazione del Purgatorio vi arrivano redenti. Nella parte finale del Purgatorio e nel Paradiso Dante sarà guidato da Beatrice, mentre nell’ultima parte, l’Empireo, continuerà il sui viaggio sotto la guida di san Bernardo. Al termine del lungo percorso salvifico, il poeta godrà della contemplazione di Dio, che non riuscirà a descrivere nemmeno con i suoi versi. Durante questo viaggio, Dante incontra molti personaggi storici e dai discorsi che intraprende emergono le sue idee sulla situazione politica contemporanea e sull’evoluzione del suo stile e della sua poetica.

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Le Opere minori