L'orizzonte politico e culturale della nuova legge delega per la popolazione anziana (eBook)

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Vincenzo Paglia
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Lingua: it
Editore: Edizioni LSWR
Codice EAN: 9791254910931
Anno pubblicazione: 2023
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Descrizione

Questo volume intende introdurre il lettore non solo alla descrizione della nuova legge delega nei molti punti in cui essa è articolata, ma esplora e spiega i motivi etici, culturali, sociali, di salute che la hanno ispirata. Senza tema di smentite si tratta, almeno nello spirito degli estensori, di una vera e propria rivoluzione umana prima che assistenziale. La legge segue finalmente i grandi cambiamenti demografici che hanno caratterizzato il Paese sin dal 19° secolo, giungendo a piena maturazione ai nostri giorni. Siamo passati da una società caratterizzata da pochi punti percentuali di over 65, alla vecchiaia di massa: quasi un cittadino su quattro è oggi anziano. La vita in due secoli è cresciuta, per quasi tutti di circa 30 anni! Un grande significativo progresso che tuttavia non è entrato del tutto nelle nostre coscienze e nella nostra cultura. Per i nuovi 30 anni infatti abbiamo inventato solo la pensione! Come trascorrerli? Sono solo una stagione di declino? Un tempo da spendere fra cure mediche e badanti? O non si tratta invece di una nuova età della vita che ci è stata donata e che dobbiamo “Inventare”? Ce lo chiedono 14 milioni di anziani, per la massima parte ancora attivi, pieni di vita ed esperienza, di voglia di fare, di partecipare e di contribuire ancora allo sviluppo della nostra società. La legge pone le premesse di questo rovesciamento di fronte – da una idea di scarto, spesa e naufragio, alla rivalutazione di una età in cui si fa ancora molto, si partecipa, si contribuisce significativamente. Era necessario dunque partire da una nuova e moderna lettura dei diritti degli anziani e dei doveri della società, un cambiamento non solo giuridico ma culturale e umano richiesto a tutti. Essa rappresenta il messaggio di una nazione anziana – tra le più anziane del mondo – a tutti i paesi. Io credo un messaggio di civiltà da diffondere ovunque e di cui vorrei il Governo si facesse portatore. La stiamo traducendo in moltissime lingue e sarebbe bello portarla alle Nazioni Unite. Il quarto capitolo tratta ed approfondisce le premesse demografiche, sociali e di assetto assistenziale del nostro paese: ci restituisce un quadro per certi versi e per una certa mentalità a prima vista preoccupante, dominato da fenomeni di declino demografico, invecchiamento e spopolamento. Ma proprio in questo contesto ci aiuta a comprendere e ricomprendere meglio il ruolo strategico dei flussi migratori, dei servizi, della loro articolazione e dei mutamenti organizzativi che potranno innovare in profondità l’Italia. Il quinto capitolo riassume e sintetizza visione e missione della legge, illustrandone la sostenibilità, i principi, le linee guida e i cambiamenti proposti rispetto al presente. Vorrei dire che la legge propone una “utopia sostenibile” che aiuta l’anziano a non emarginarsi dalla sua abitazione e dal tessuto connettivo sociale e familiare in cui si colloca e disegna attorno a lui una presa in carico molto personalizzata attraverso quello che abbiamo chiamato, evocandolo da un passato non troppo lontano, “continuum assistenziale”. Siamo ben consapevoli che la non autosufficienza rappresenta oggi un grande problema ma non possiamo e non vogliamo definire l’anziano rispetto a questo parametro: nessuno è mai solo la sua malattia, le sue ferite, i suoi limiti. Restiamo sempre persone! In questo senso la legge apre, direi in modo rivoluzionario, al concetto di fragilità, espressione che meglio definisce ogni anziano ( vorrei dire ogni essere umano) e che ci spinge a collocarci sul fronte di un pensiero preventivo, rispettoso delle condizioni presenti e preoccupato del futuro di ognuno. Solo un esempio: lasciare solo qualcuno è esporlo a conseguenze di salute certe e im