Los libros carolinos (eBook)

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Jesús Salvador Olmeda Román
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Lingua: SPA
Editore: EDUSC
Codice EAN: 9791254823798
Anno pubblicazione: 2025
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Descrizione

Múltiples vicisitudes tuvo que afrontar el Imperio Bizantino de los siglos VII-IX. De entre todas ellas, el debate iconoclasta ocupa un lugar relevante. Los usos que se desprendían de la imagen bizantina eran no solamente de culto devocional, sino también para intereses políticos. Iconoclastas e iconódulos se debaten por algunos siglos para definir el estatuto definitivo del icono y su empleo en la liturgia. Estos eventos no pasan desapercibidos para el Imperio Carolingio. Mientras los teólogos iconódulos definen cómo es la relación de la imagen con el prototipo para justificar el culto por medio del icono, la corte de Carlomagno forja su propia concepción de la representación artística y el ámbito que le corresponde. Carlomagno quiere aprovechar la imprecisión teológica –según su parecer– del Imperio Bizantino para desplegar el aparato ortodoxo de Occidente. Para este cometido manda elaborar un documento titulado “Opus Caroli Regis Contra Synodum”, mejor conocido como ”Libros Carolinos”. Mientras se sumerge en una gran variedad de temáticas, esta obra desvela poco a poco la sensibilidad artística de la corte Carolingia que después influirá en el arte medieval de occidente. El autor del texto, Teodulfo de Orleans, se sirve de varias fuentes para realizar su crítica a Bizancio. No sólo cuenta con una mala traducción del griego al latín de las Actas del Segundo Concilio de Nicea, sino del epistolario de Gregorio Magno con el Obispo Sereno y, sobre todo, con las Sagradas Escrituras. Sin embargo, mientras estudia las Actas mal traducidas, Teodulfo realiza una honesta declaración que hace que el presente estudio profundice un poco más en el pensamiento de los iconódulos: la ignorancia que los teólogos de Carlomagno tienen de la doctrina de Gregorio de Nisa. El uso que este Capadocio hace del término schesis será clave no solamente para los últimos teólogos iconódulos, sino para entender mejor la diferencia entre la concepción bizantina del icono y la representación artística de la corte Carolingia plasmada en los Libros Carolinos. No será tanto una cuestión exclusiva de la imagen y el prototipo, sino también del individuo que contempla la imagen.