La mia guerra (eBook)

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Cristini LidiaBosis MicheleZanchi Antonio
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Lingua: it
Editore: E SPS-065
Collana: Storia
Codice EAN: 9788893276344
Anno pubblicazione: 2020
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Descrizione

A che servono i nostri ricordi, le nostre memorie? A questi quesiti vitali rispondiamo con mille considerazioni che però poi sfociano spesso in un’amara solitudine. Facciamo tutto questo quasi per istinto, per far sopravvivere storie che altrimenti rimarrebbero sepolte nel grande mare dell’oblio. Io, noi i più, per fortuna, non abbiamo vissuto il tempo di guerra, le stagioni dei massacri. Apparteniamo, ormai in gran parte, alla generazione che è nata dopo la seconda guerra mondiale. È probabile, possibile che per questo nostro status esistenziale, noi proviamo, anche inconsciamente, un sottile rimorso nei confronti di coloro che sono stati stritolati dalle guerre. Specialmente in questi giorni, in cui stiamo vivendo una sorta di transfer a causa della pandemia da corona virus. Molti di noi avranno pensato di trovarsi in una situazione simile a quella che si genera in tempo di guerra, di una libertà privata, costretta da regole rigide e situazioni critiche. Ci siamo sentiti “in guerra”, ma per quanto pesante è stata questa avventura della pandemia essa rimane ben lontana dai sacrifici che i nostri nonni hanno patito in quei micidiali anni fra il 1940 e il 1945. Chi scatena la guerra, ieri come oggi, chi la manovra (anche dietro le quinte) è il vero responsabile. Il filmato e il sonoro della dichiarazione di guerra dei 10 giugno 1940 da parte di Mussolini, dal balcone di Palazzo Venezia, rivolta all’Inghilterra e alla Francia, ancora oggi fanno venire i brividi. “Popolo italiano corri alle armi”: iniziò così la tragedia costruita scientemente nel corso degli anni dal regime fascista con un culto iconico, pervasivo ed esasperato dei Caduti della prima guerra mondiale, altro dramma e, noi lo sappiamo bene, terrificante macello. E la guerra fu suo malgrado una potente fabbrica di eroi. Tutti eroi “per caso”, inconsapevoli, nessuno per la verità aveva in animo di diventarlo! La maggior parte di coloro che hanno combattuto non ama le medaglie. Questo libro però non parla in astratto della catastrofe della guerra e delle sue conseguenze. I testimoni, le voci narranti non sono persone sconosciute. Sono partiti per la guerra o l’hanno vissuta (è il caso dei civili come Lidia Cristini). Uomini spediti al fronte, costretti a lasciare a casa le loro famiglie: quelle degli affetti più cari, e quelle comunitarie del paese, allora vissute assai più intensamente di oggi. I loro ricordi sono tramandati da poche foto e lettere, quaderni e diari sempre più ingialliti, spesso con la scomparsa degli autori sempre meno custodite gelosamente, che rischiano di finire abbandonate in una scatola di qualche rigattiere da mercatino dell’antiquariato. Il primo merito dell’autore prima e attraverso di lui dell’archivista, è quello di salvaguardare il salvabile in termini di memoria umana e storica: il che nei tempi oscuri in cui ci tocca vivere è tutt’altro che poco. Io l’ho fatto con i diari dei miei compaesani, ma il discorso vale per tutti. Ho sempre avuto in animo di tentare di ricostruire la storia e un’analisi realistica di come si svolsero i fatti dei nostri caduti in guerra. È un'ossessione che mi porto dietro sin da piccolo, quando sul sagrato in piazza della chiesa di Zanica stavo ore col naso all’insù a osservare la lapide dei caduti, a cercare di capire cosa voleva dire: “disperso in Russia” a tradurre, a fare una sintesi di quella lunga fila di nome dietro ai quali in realtà stavano vite, romanzi! Spesso alle spalle mi ritrovavo il parroco di allora: Don Giacomo Lomboni, che aveva una certa passione per la storia e pazientemente e con la vocazione di un “antico maestro” mi forniva qualche spiegazione. Oggi quest'ossessione la riassumo così, presentando tre stupendi “diari di guerra”. Scritti da un alpino, una civile e un geniere. Tre bergamaschi come già detto. In appendice una raccolta di altre storie di reduci che a suo tempo ho sentito e ascoltato in merito a episodi e storie non raccontate in diari ma che valgon