Mentre il mondo stava a guardare. Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia (eBook)

Mentre il mondo stava a guardare. Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia (eBook)

Silvana Arbia
Silvana Arbia
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Lingua: it
Curatore: Barigozzi A.
Editore: Mondadori
Codice EAN: 9788852021527
Anno pubblicazione: 2011
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Disponibile anche nella versione a stampa a € 17,50
Dati:
197 p., brossura

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Descrizione

Che cosa può spingere una donna magistrato a lasciare un incarico prestigioso alla corte d'appello di Milano per andare in Ruanda, uno degli angoli più martoriati del pianeta? Per Silvana Arbia è stato il desiderio di giustizia. E la speranza di poter almeno in parte riparare a un imperdonabile torto. Nel 1994, quando quasi un milione di persone, in maggioranza tutsi di ogni censo ed età, veniva letteralmente fatto a pezzi a colpi di machete dagli hutu, allora al potere, in quello che resta uno dei peggiori e più truculenti genocidi mai compiuti nella storia dell'umanità, il mondo era rimasto a guardare. Se allora era stata commessa un'ingiustizia, la diffusione di un nuovo concetto di diritto internazionale che persegue i crimini internazionali quali genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra poteva risarcire le vittime punendo i colpevoli e ristabilendo la verità. Oggi Silvana Arbia è registrar (capo della cancelleria) della Corte penale internazionale (International Criminal Court) che si occupa di questioni che hanno a che vedere con situazioni delicatissime in paesi critici come la Libia e il Sudan, oltre che la Repubblica democratica del Congo e altri ancora. Ma per quasi nove anni, fino al 2008, ha lavorato come procuratore e poi chief of prosecutions presso il Tribunale penale internazionale per il Ruanda (tpir ). Questo libro è il racconto di quel periodo e del difficile ma instancabile cammino che la giustizia internazionale da allora ha fatto per combattere i crimini contro l'umanità. A questa donna coraggiosa che si è spinta fin nel cuore dell'Africa più remota, dove vivono i gorilla di montagna e dove ha trovato la morte la zoologa Dian Fossey, si deve la presentazione delle accuse nei processi contro alcuni tra i più spietati responsabili del genocidio ruandese. Come Athanase Seromba, un sacerdote cattolico che permise la demolizione della sua stessa chiesa, in cui trovarono la morte millecinquecento persone che vi avevano cercato rifugio. O come Pauline Nyiramasuhuko, all'epoca ministro della Famiglia e della Promozione femminile, prima donna a essere accusata di genocidio e violenze sessuali come crimini contro l'umanità. Alla fine di un lungo processo, il 24 giugno 2011 Pauline Nyiramasuhuko è stata condannata all'ergastolo con una sentenza esemplare. Tra tanti irriducibili, poi, spicca la figura tormentata di un italobelga, Georges Ruggiu, unico imputato del tpir non africano, che in carcere si è profondamente pentito. In queste pagine Silvana Arbia ricostruisce le loro storie. Lo fa per aiutarci a non dimenticare. E a non abbassare la guardia. Quello che è successo in Ruanda, infatti, potrebbe accadere di nuovo. Che cosa porta un essere umano a trasformarsi in uno spietato carnefice dei suoi simili? Come è possibile che un sacerdote inganni i suoi fedeli, facendo credere loro che la sua parrocchia li protegga per poi lasciarli massacrare? E come può una donna, per giunta impegnata nella emancipazione femminile, arrivare a ordinare uno stupro di massa? A queste e altre domande Silvana Arbia risponde con i fatti, emersi e provati al di là di ogni ragionevole dubbio nel corso dei numerosi processi di cui si è occupata. Ma anche con le sue impressioni personali e l'entusiasmo che l'ha sempre accompagnata nel suo difficile lavoro di "cercatrice di verità".