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Rompere il silenzio (eBook)
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Rompere il silenzio (eBook)
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Stefani Piero, Zucal Silvano
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Stefani Piero, Zucal Silvano
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Prezzo:
€ 6,99
Compra EPUB
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Formato :
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EPUB |
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Sì Scopri di più |
Lingua:
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it |
Curatore:
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Scarsato Fabio
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Editore:
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EMP - Edizioni Messaggero Padova |
Collana:
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Smart books
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Codice EAN:
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9788825037326 |
Anno pubblicazione:
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2021 |
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 | |  | | 136 p. |
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Note legali
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Descrizione
Due interventi brevi e profondi intorno al silenzio, tema cruciale sia per la riflessione religiosa che per l'analisi della società contemporanea. Una dimensione costitutiva dell'uomo sempre più messa a rischio, con la conseguenza di parole svuotate di senso in un inutile, diffuso brusio. Il biblista ed ebraista Piero Stefani parte dalla Bibbia (che in quanto racconto scritto rappresenta un primo, insuperabile ammutolirsi della parola divina) per indagare la sfida dell'apparente silenzio di Dio davanti a situazioni come Auschwitz o la storia di Giobbe. Il filosofo Silvano Zucal propone un approfondimento su questa ricchezza dell'umano a partire dalla dialettica costitutiva tra il silenzio e le parole, considerando i rischi di una parola che smarrisce senso e comunità.
Forse la nostra «ominità» si gioca proprio tutta attorno a questa dinamica tra parola e silenzio. Forse abbiamo cominciato a essere un tantino più uomini quando abbiamo interrotto il silenzio tra di noi, chiamandoci, dandoci del tu, condividendo sentimenti, progetti, paure, comunicandoci idee e pezzetti di esperienze, cantando assieme, pregando assieme, facendo domande e cercando risposte. Forse l’uomo è nato in cerchio attorno al fuoco, quando a qualcuno è venuto in mente di «prendere la parola» e di raccontare una storia, mentre qualcun altro ha prestato il suo attento ascolto. Forse, come diceva piuttosto il grande poeta Rilke alludendo al racconto biblico della creazione, noi siamo venuti al mondo per dire muro, albero, colonna, animale: perché da un’eternità tutto quel ben di Dio aspettava solo che qualcuno lo riconoscesse, nominandolo, e così facendolo esistere. Perché si esiste solo per qualcuno, se qualcuno ci chiama per nome, se il silenzio che ci circonda è infranto da una voce amica… Ma, forse, abbiamo cominciato a essere un pochino meno uomini quando abbiamo iniziato a gridare, pure più forte degli altri, a interpretare le parole, a mettere in circolo parole «brutte», a urlarci addosso, a non rispettare più le pause di silenzio, a tenere comizi dai balconi, a erigere slogan tra di noi, a innalzare muri di parole incomprensibili, a togliere la parola a qualcuno, a zittire qualcun altro, a dire «mio», a usare le parole per offendere e insultare. A fare delle nostre parole niente più che vuoti gusci, vacui seppur seducenti suoni per accarezzare i sondaggi del potere. Quando abbiamo spinto qualcuno a bestemmiare o gli abbiamo strangolato la parola in gola. Quando abbiamo ritenuto di poter racchiudere tutto, e perciò tutto possedere, nelle nostre parole, quasi potesse esistere solo ciò che noi andiamo dicendo. Ed è stata la torre di Babele, anche questa di biblica memoria. Ed è stata la confusione delle lingue. Forse la nascita dell’odierna nostalgia di silen
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