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Animalia. Piccolo bestiario patristico (eBook)
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Animalia. Piccolo bestiario patristico (eBook)
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Lucio Coco
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Lucio Coco
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Prezzo:
€ 2,99
Compra EPUB
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Formato :
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EPUB |
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Sì Scopri di più |
Lingua:
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it |
Editore:
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EMP - Edizioni Messaggero Padova |
Collana:
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Verba volant
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Codice EAN:
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9788825034981 |
Anno pubblicazione:
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2021 |
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 | |  | | 56 p. |
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Note legali
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Descrizione
Perché la tigre è più affascinante del gatto? E l’ape più della vespa? Un testo che raccoglie descrizioni comportamentali di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, ragni, insetti e vermi presenti nelle pagine di letteratura patristica. L’occhio di osservazione dei Padri della Chiesa non ha intento scientifico, bensì morale e divide il mondo animale in buoni e cattivi: i primi con stili di vita virtuosi, i secondi viziati. Alla prima schiera perciò appartengono api, formiche e colombe, alla seconda corvo, pernice, talpa e tigre. Altre bestie, invece, come il pipistrello notturno, la vespa fastidiosa, l’orsa feroce, l’asino mite, vengono rivalutate dai monaci del IV-V secolo e liberate da una connotazione negativa. Piacevoli curiosità e bizzarrie della natura che possono ammaestrare anche l’uomo di oggi.
Il confronto morale si impone sempre rispetto all’etologia e più in generale alla zoologia. In generale il giudizio morale – ma forse si dovrebbe parlare di pregiudizio morale – che attraversa il popolo degli animali li divide in buoni, quelli che hanno stili di vita virtuosi che l’uomo farebbe bene a imitare e a servirsi come modello, e cattivi, quelli cioè nei quali prevale il vizio, la passione sfrenata, l’ingordigia, che l’uomo dovrebbe tenere ben presente per evitare modi di fare che in qualche modo possano assomigliare a essi. Alla prima schiera perciò appartengono le api, le formiche, le colombe, alla seconda il corvo, la pernice, la talpa, la tigre. Il perché in molti casi è facile immaginarselo. La laboriosità della formica è proverbiale fin dai tempi di Esopo rispetto alla rilassatezza e alla spensieratezza della cicala. Il modello classico si trasferisce facilmente e con continuità nella letteratura cristiana. Le favole di Fedro presentano altrettanti lupi rapaci e leoni voraci quanti se ne possono trovare nei testi dei padri della chiesa. Tuttavia, a fronte di una tale continuità tematica con la tradizione pagana, c’è un’altra categoria di animali che si sarebbe portati a includere nell’orbita delle passioni negative, per esempio l’orsa, il pipistrello, la vespa, e altri in quella dei sentimenti positivi, per esempio il cavallo, il cane, il cervo, che subiscono una trasformazione semantica, per cui il cane, da sempre considerato amico dell’uomo, è citato per mettere in guardia il cristiano dal non diventare un animale muto quando dovrebbe invece abbaiare per difendere i contenuti della fede. Dice infatti Ambrogio: «Apprendi a tenere [pronta] la parola nella tua bocca perché non sembri che, come un cane muto, con un silenzio colpevole, abbia abbandonato il posto assegnato alla tua fedeltà» (Ambrogio, Esamerone 6,4,17: PL 14,248). E anche la nobiltà del cavallo spesso scompare in questi insegnamenti per metterne piuttosto in evidenza la cocciutaggine e l’i
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