Al son de la utopía (eBook)

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Michel Krielaars
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Lingua: SPA
Editore: Galaxia Gutenberg
Codice EAN: 9788419738455
Anno pubblicazione: 2025
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Descrizione

Componer en la Unión Soviética bajo el régimen de Stalin no fue una tarea fácil. En 1932, la música, como las demás disciplinas artísticas, fue reducida a una única doctrina: la del realismo socialista. La finalidad del arte era servir al Estado. Los músicos tuvieron que someterse a la línea ideológica del partido. Algunos la sortearon como pudieron; otros, sin embargo, no se doblegaron, y sus obras fueron prohibidas, sus conciertos cancelados y ellos relegados al olvido. Eso sucedía en el mejor de los casos, porque en el peor se los destinaba a campos de trabajo en Siberia o simplemente eran ejecutados. Músicos de la altura de Dmitri Shostakóvich y Serguéi Prokófiev e intérpretes de fama internacional como Mstislav Rostropóvich, Sviatoslav Richter, David Oistrakh, Leonid Kogan y Mariya Yúdina fueron capaces de crear melodías sublimes en las circunstancias más hostiles y oscuras. Pero esa política represora no sólo se circunscribió a la música clásica. La Asociación Rusa de Músicos Proletarios (RAPM) se ocupó también de la música ligera. Era conocida la afición de Stalin por ese tipo de música, así que, en consecuencia, la represión fue menor que en la música y la literatura clásicas. Pero, con todo y con eso, los intérpretes no podían bajar la guardia. Klavdia Schulzhenko se convirtió en una de las personas más famosas de la Unión Soviética con sus canciones de amor. A pesar de ello, estuvo siempre vigilada por el régimen y muchas de sus canciones fueron prohibidas. También Vadim Kozim, con sus tangos y canciones gitanas, se hizo inmensamente popular, aunque por su homosexualidad fue deportado a Kolimá, donde estuvo recluido ocho años. En Al son de la utopía, Michel Krielaars hace un retrato espléndido de la dificultad y la lucha que supuso, para los músicos que vivieron en el periodo estalinista, trabajar en un clima de arbitrariedad, denuncia y terror.