Klassiker der Erotik 81: Arniko, die Lehrerhure (eBook)

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Gustave Grenier
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Lingua: TED
Editore: Math. Lempertz
Collana: Klassiker der Erotik
Codice EAN: 9783945860526
Anno pubblicazione: 2017
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Descrizione

Eigentlich hasse ich meinen Familienname Geil, weil er von meinen Bekannten immer nur mit einem Grinsen ausgesprochen wurde, aber er verrät mein ganzes Wesen. Denn schon die alten Römer pflegten zu sagen: Der Name ist das Vorzeichen. Dieses Sprichwort trifft genau auf mich zu. Aber bevor ich mein lasterhaftes und sexhungriges Leben erzähle, erstmal ein paar Worte über mein Äußeres. Ich bin von mittlerer Statur, habe dichtes blondes Haar, das meine weißen Nacken bedeckt. Über meine blauen Augen, die von langen, seidigen Wimpern umrahmt werden, wölben sich dunkle Augenbrauen. Das schönste Teil meines blütenweißen Oberkörpers waren immer meine wunderbar spitzen Brüste, deren Rosenknospen steif nach vorne ragten. Im Schoß zwischen meinen Beinen verbarg ein Büschel rot-brauner Locken meine süße Muschi, an der ich abends, wenn ich im Bett lag, immer herumspielte. Fast immer dachte ich hierbei an einen gutgebauten Mann, den ich zufällig gesehen hatte oder an Mitschüler, manchmal auch an die Lehrer meines Gymnasiums. Zuerst breitete ich vorsichtig die Locken auseinander und streichelte über meine aüßeren und inneren kleinen, festen Schamlippen, die sofort anschwollen. Ich wurde immer schnell feucht in meiner Liebesgrotte. Wenn ich sie mit meinen Finger spreizte und mit dem Zeigefinger der anderen Hand hineinstieß, berührte ich im Nu den kleinen, fleischigen Knopf, den ich zuerst drückte, streichelte und dann in kreisförmigen Bewegungen immer schneller rieb, bis ich nicht mehr ruhig im Bett liegen konnte und mich wie von Sinnen hin- und herwarf. Der in Strömen aus meiner Grotte herausströmenden Lustsaft befeuchtete meine Härchen, die dann im Schein der Nachttischlampe hell glänzten. Nach einem solchen Orgasmus, den ich mir mit dem Spiel meiner Finger verschaffte, legte ich mich bequem in mein Bett zu-rück, roch begierig an meinen feuchten Händen, um den eigenartigen Geruch der Lustflüssigkeit einzuatmen und schloss dann die Augen.