Wie nah oder fern waren die Naturalisten in ihrem Bestreben nach getreuer Wiedergabe der Wirklichkeit? (eBook)

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Marta Cornelia Broll
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Lingua: TED
Editore: GRIN Verlag
Codice EAN: 9783640513123
Anno pubblicazione: 2010
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Descrizione

Studienarbeit aus dem Jahr 2009 im Fachbereich Germanistik - Neuere Deutsche Literatur, Note: 2,0, Technische Universität Dresden (Institut für Germanistik), Veranstaltung: Literatur 1900, Sprache: Deutsch, Abstract: Franz von Stuck (1863 - 1928), Mitbegründer der Münchner Sezession (1892), gefeierter Vertreter des Neoklassizismus mit starker Wirkung auf den Jugendstil, wird zu den Münchner Malerfürsten gezählt und bevorzugte in seinen Werken schwebend-unwirkliche Darstellungen aus dem Reich der Fabel so wie allegorische und symbolhafte Gestaltungsweisen, und Heinrich Rudolf Zille (1858 - 1929) bevorzugte in seiner Kunst eher Themen aus dem Berliner "Milljöh". Sozialkritisch wie lokalpatriotisch stellte er Szenen und Figuren dar, die vornehmlich aus sozialen Unterschichten und/oder Randgruppen herausresultierten. Wenn es überhaupt so etwas wie eine naturalistische Zeichenkunst gegeben hat, dann war der Schilderer der Proletarier- und Kleinbürgerwelt mit Sicherheit einer ihrer Hauptvertreter. Zwei Künstler einer Generation – wodurch sich die berechtigte Frage stellt: „[K]ann es größere Gegensätze zwischen zeitgenössischen Künstlern geben? Und doch, neben ihrem Herkommen aus einfachen Verhältnissen gibt es eine weitere Gemeinsamkeit: beide haben nach Photographien gearbeitet. Zille hat sein »Milieu«, das nach ihm seinen Namen bekommen hat, immer wieder mit der Kamera eingefangen und uns eine Reihe dokumentarisch wertvoller Aufnahmen hinterlassen. [...] Sein typisch weicher Strich, die in die Szene hineingesetzten Figuren und der makabre Witz der Unterschrift sind freilich seine Zugaben und geben dem Bild eine Aggressivität, die die Photographie bei aller bedrückenden Düsterheit nicht hat. Von Franz von Stuck wissen wir seit ein paar Jahren, daß er bei Bildnissen die Umrisse des Kopfes von selbstgefertigten Porträtaufnahmen auf die Leinwand durchpauste. “1 Bei aller Ähnlichkeit des vollendeten Bildes mit der Photographie treten auch bei Franz von Stuck die Unterschiede deutlich hervor. Die eher glasig harte Farbgebung in Stucks Bildern gibt etwas Statuarisch-Pompöses wider, die den Photographien in ihrer weichen Charakteristik nicht eigen ist. Aber wozu einleitend der Vergleich zwischen Franz von Stuck und Heinrich Rudolf Zille?