Jugend im Nationalsozialismus - Schule unter dem Hakenkreuz (eBook)

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Katja Dittrich
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Lingua: Tedesco
Editore: GRIN Verlag
Codice EAN: 9783638177535
Anno pubblicazione: 2003
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Descrizione

Zwischenprüfungsarbeit aus dem Jahr 2002 im Fachbereich Geschichte Deutschlands - Nationalsozialismus, Zweiter Weltkrieg, Note: 2,0, Freie Universität Berlin (Otto-Suhr-Institut), Sprache: Deutsch, Abstract: Der rasche Erfolg der Nationalsozialistischen Deutschen Arbeiterpartei (NSDAP), die in den Jahren ab 1929 zur Partei einer Massenbewegung anwuchs und 1933 die ideologisch-politische Hegemonie in Deutschland gewann, ist nicht zuletzt dem „jugendlichen“ Habitus des Nationalsozialismus und dessen erfolgreiches Bemühen um die Gefolgschaft der heranwachsenden Generation zuzuschreiben. Der Anspruch der NSDAP vor 1933, nicht nur für die junge Generation zu sprechen, sondern sogar ein Teil von ihr zu sein, wurde allerdings schon mit der Machtübernahme de facto zurückgenommen. Trotzdem blieb die Jugend ein attraktives Potential, mit dem man das künftige Deutschland gestalten wollte und die man durch ein umfassendes Programm der Erziehung und Formierung für die nationalsozialistische Bewegung gewinnen wollte. Über den nationalsozialistischen Erziehungsanspruch ließ Hitler in einer Rede 1938 keinen Zweifel aufkommen: „Und wenn diese Knaben mit zehn Jahren in unsere Organisationen hineinkommen (...), dann kommen sie vier Jahre später vom Jungvolk in die Hitlerjugend, und dort behalten wir sie wieder vier Jahre, und dann geben wir sie erst recht nicht zurück (...), sondern dann nehmen wir sie sofort in die Partei, in die Arbeitsfront, in die SA oder in die SS, in das NSKK usw. Und wenn sie dort (...) noch nicht ganze Nationalsozialisten geworden sein sollten,[...]“1 Hier zeigt sich der nationalsozialistische Totalitätsanspruch der Erziehung, der auf die Sicherung der bestehenden Machtverhältnisse abzielt und das Individuum nicht nur in der Kindheit und Jugendzeit, sondern das ganze Leben über pädagogisch bestimmen soll. Erziehung wird mit Politisierung gleichgesetzt, die in neuen, durch die Partei kontrollierten Einrichtungen ausgeübt werden soll. Doch auch wenn Hitler in dieser Rede weder Schule noch Familie erwähnt, war es den Nationalsozialisten trotz massiver Propaganda nicht möglich, diese traditionellen Erziehungsinstanzen abzuschaffen und das Leben der Jugendlichen zu „verstaatlichen“. Die Familie als primäre Sozialisationsinstanz war aufgrund ihrer Privatsphäre am ehesten vor dem Zugriff der totalitären Verfügungsansprüchen der Nationalsozialisten geschützt, auch wenn sie, wie alle an der Erziehung Beteiligten, der Kontrolle von Staat und Partei unterstand. Doch welchen Einfluss übte die nationalsozialistische Ideologie auf das Schulwesen aus? Inwieweit veränderte sich der Unterrichtsalltag, die Lehr- und Lernmittel und die Stundenpläne?