Terre inhumaine (eBook)

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Joseph Czapski
Joseph Czapski
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€ 14,99
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Lingua: Fra
Editore: Noir sur Blanc
Codice EAN: 9782882505743
Anno pubblicazione: 2020
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Descrizione

En 1941, lorsque l’Allemagne se retourna contre l’URSS, des dizaines de milliers de Polonais – hommes, femmes et enfants – furent libérés des camps de prisonniers soviétiques et autorisés à rejoindre l’armée polonaise formée dans le sud du pays. Le peintre et officier de réserve Joseph Czapski fut l’un des survivants de ce périple meurtrier. Le général Anders, commandant en chef de l’armée, assigna à Czapski la tâche d’accueillir les Polonais qui s’engageaient et d’enquêter sur la disparition de milliers d’officiers disparus. Bloqué à tous les échelons par les autorités soviétiques, Czapski ignorait qu’en avril 1940, les officiers avaient été abattus dans la forêt de Katyn. Le récit de Czapski sur les années qui ont suivi sa libération du camp, la formation de l’armée polonaise et son périple en Asie centrale et au Moyen-Orient pour combattre sur le front italien est un témoignage capital sur les souffrances des Polonais en URSS. L’auteur y mêle des portraits de ses compagnons, des réflexions philosophiques ainsi que le récit de ses rencontres avec de grandes figures littéraires, dont Anna Akhmatova.Né à Prague en 1896 dans une famille aristocratique polonaise, Joseph Czapski passa son enfance en Biélorussie, puis fit des études de droit à Saint-Pétersbourg et de peinture à l’Académie des Beaux-arts de Cracovie. Czapski fut parmi les rares officiers de l’armée polonaise qui survécurent au massacre de Katyn en 1940. Son livre Souvenirs de Starobielsk retrace ses efforts pour faire connaître la vérité à propos de ce crime.Comme peintre, Czapski est connu notamment pour son appartenance au mouvement kapiste, qu’il contribua à fonder avec quelques amis, pendant son séjour à Paris (1924–1933). Après la Seconde Guerre mondiale, il vécut en exil en France, à Maisons-Laffitte, dans la banlieue de Paris. Il participa à la fondation du mensuel culturel polonais Kultura de Jerzy Giedroyc. Il y est mort en 1993. L’email a bien été copié