La grande pitié des monuments de France (eBook)

La grande pitié des monuments de France (eBook)

André Malraux
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Compatibilità: Tutti i dispositivi
Lingua: Fra
Curatore: Lantelme Michel
Editore: Presses Universitaires du Septentrion
Collana: Perspectives
Codice EAN: 9782757421871
Anno pubblicazione: 2020
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Descrizione

Constante de l’œuvre et de la pensée de Malraux, l’architecture est aujourd’hui encore curieusement négligée. Qui se souvient des discours du ministre des Affaires culturelles en faveur des monuments historiques et des lois votées sous son impulsion, qui ont changé pour longtemps l’aspect de nos villes ? Oubli ou injustice, la chose est d’autant plus troublante qu’à en croire Malraux sa première réflexion sur l’art est née au spectacle du Sphinx, en partie enseveli sous le sable... Qu’il s’agisse de choisir les monuments à restaurer, délimiter le périmètre de protection ou déterminer le rôle de l’État en matière de sauvegarde du patrimoine, les questions abordées à l’Assemblée nationale et au Sénat n’ont guère perdu de leur actualité. À travers les enjeux politiques, financiers, esthétiques ou éthiques liés à la restauration des monuments, les débats parlementaires rassemblés dans ce volume offrent un nouveau repère dans ce qu’on a appelé « l’invention de la politique culturelle » française. Non sans ironie, puisque celui qui va laisser son nom à la loi du 4 août 1962 sur les « secteurs sauvegardés » avait été placé sous mandat d’arrêt en 1924 pour vol de statues et bris de bas-reliefs au temple cambodgien de Banteaï-Srey ! On ne plaidera pas pour autant la péripétie, préférant voir là deux versions d’un seul et même caprice d’enfant... Goût de l’outrage ? Assurément, non. Il ne s’agit, en somme, que d’une invitation à suivre Malraux lui-même. Qui ne voit en effet qu’à l’approche de tout monument – temple khmer, cathédrale de Reims ou château de Chambord – une seule démarche est possible, toujours la même, invariablement, celle de l’enfant. Juste rappel d’une leçon des Antimémoires qu’on avait pu croire oubliée : on dirait qu’ici non plus « il n’y a pas de grandes personnes ». Ainsi va l’enfance : la croit-on passée, qu’elle nous met aussitôt à son pas.