L’An I de la révolution russe (eBook)

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Sedgwick PeterSerge Victor
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Lingua: Fra
Editore: Agone
Collana: Mémoires sociales
Codice EAN: 9782748903386
Anno pubblicazione: 2018
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Descrizione

« Le sort de la révolution se décidait dans une petite station à peu près inconnue, à 70 kilomètres de Kazan. Ce qui restait des forces soviétiques se cramponnait à cette petite station de Sviajsk. Elle fermait aux blancs la route fluviale de Nijni Novgorod et la ligne Kazan-Moscou. C’était, dans l’esprit de ses défenseurs, la clef de la Russie centrale, le dernier bastion sur lequel il fallait se faire tuer jusqu’au dernier. Sviajsk tient. L’avance victorieuse des blancs se brise là sur de pauvres tranchées creusées à la hâte, et derrière lesquelles il n’y a qu’une volonté de fer. » En l’an I, la République des soviets est une citadelle assiégée. Il faut tenir contre les Allemands, contre les blancs, contre les Alliés, dans l’espoir de l’éclatement de la révolution allemande, qui doit entraîner les autres « pays avancés d’Europe ». Serge restitue le fil des événements qui, dans ces circonstances dramatiques, ont transformé l’État-Commune né de la révolution en dictature du Parti à la fin de l’année 1918. Commencée en 1925, quand Serge fait parti de l’opposition de gauche du parti bolchévique, et achevée en 1928, après son exclusion pour « activité fractionnelle », cette fresque témoigne de la fidélité de son auteur aux idéaux d’Octobre. Elle montre les prodiges d’héroïsme déployés par la classe ouvrière et les paysans de Russie dans leur combat contre les oppresseurs de toutes nations, bien vite réconciliées après la guerre pour conjurer le danger rouge. Né à Bruxelles dans une famille d’exilés anti-tsaristes, rédacteur à l’anarchie, Victor Serge (1890–1947) rejoint la Russie à l’annonce de la révolution après avoir participé en juillet 1917 à une tentative de soulèvement anarchiste à Barcelone. Membre de l’opposition de gauche du parti bolchevique, il connaît la prison puis la relégation en Oural. Expulsé d’URSS après des années d’interventions de militants et d’écrivains, il arrive à Bruxelles en avril 1936. En 1941, il réussit à fuir la France et rejoindre l’Amérique centrale avec son fils Vlady grâce au Centre américain de secours (Varian Fry, Marseille). Il meurt à Mexico en 1947.