Les Acquaviva - Livre II (eBook)

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Pierre-Alain Mayol
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Lingua: Fra
Editore: Editions Gunten
Codice EAN: 9782366821178
Anno pubblicazione: 2015
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Descrizione

Pendant trois jours, deux hommes vont s’affronter au bord d’un lac du Haut Jura. Ils se sont connus dix ans auparavant à Constantine, appelés de la Guerre d’Algérie. David Norbier retrouve avec angoisse Michel Acquaviva. Michel est en homme le sosie, presque le frère jumeau, de Djamila, l’algérienne qu’il a aimée et ne peut oublier. Djamila assassinée par le FLN pour s’être fiancée à un soldat français. De sa mort, David se sent responsable. Revoir Michel ravive ce « deuil », repose des questions demeurées sans réponse : Pourquoi Michel lui a-t-il présenté Djamila, l’a-t-il quasiment jetée dans ses bras ? Pourquoi, auparavant, avait-il pris sur lui une emprise calculée et absolue ? En lui, montagnard rude et inculte, que pouvait trouver ce fils de famille cultivé, élégant, d’un charme et d’une beauté auxquels personne ne semble résister ? Est-ce gratuitement qu’il l’a « éduqué », lui donnant le goût de la lecture, des arts, de la musique, qu’il a refaçonné sa personnalité en lui apportant aisance et confiance en lui et qu’enfin, avec Djamila, il lui a donné femme ? Une nuit d’orage dans le massif du Risoux, un drame éclatera qui apportera la réponse, révélant le vrai visage passionné et douloureux de Michel, le « bâtard » né en Corse d’une mère, Emilie Acquaviva, disparue à sa naissance, et d’un père inconnu de lui mais dont le lecteur soupçonnera l’identité à la fin du récit, puis la découvrira en lisant Valle di Paraso, l’autre volume paru de la saga Mémoires oubliées. Extrait « Il est maintenant installé dans la maison et j’ai l’impression d’avoir introduit un chat dans un tabernacle. Cette maison est la maison de Lise, la maison des enfants, la mienne. Elle a une odeur qu’il respire en intrus, une intimité qu’il trouble de son corps souple et silencieux. Inquiet, j’ai jeté des fleurs qui se fanaient dans un vase, rangé le tablier de Lise abandonné sur une chaise, un jouet qui traînait par terre. Je ne veux pas qu’il prenne la moindre emprise sur elle, sur eux. Ils ne lui appartiennent pas. Ils ne le connaissent pas. Il ne doit pas les connaître non plus. Jamais. »