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Della architettura gotica (eBook)
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Della architettura gotica (eBook)
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Carlo Troya
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Carlo Troya
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€ 4,99
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EPUB |
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Lingua:
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it |
Editore:
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Library of Alexandria |
Codice EAN:
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9781465634337 |
Anno pubblicazione:
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2020 |
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Descrizione
Io prendo a ridurre in un corpo solo ed a compendiare le cose, che ho sparsamente scritte sull'Architettura Gotica, secondo le varie occorrenze ora della mia Storia d'Italia ed ora del mio Codice Diplomatico Longobardo. Fondamento primiero d'un tale studio è il fatto da me posto in chiarezza, che i Goti altri non furono se non i discendenti de' Geti di Tracia, ricordati da Erodoto, ed indi tragittatisi di là dal Danubio nell'Europa Orientale, ove più tardi ebbero il nome anche di Daci. Ma nel presente lavoro non posso ritessere i racconti dell'infinite loro trasmigrazioni, durante il corso di nove secoli dall'età d'Erodoto, fino a quella in cui vennero in Italia gli Ostrogoti di Teodorico degli Amali, ed i Visigoti si condussero nelle Gallie Meridionali ed in Ispagna col Re loro Ataulfo. Dovrò dunque starmi contento ad alcuni fatti principalissimi, lasciando la cura di rammentare gli altri alla Tavola Cronologica, da me pubblicata fin dal 1842. Quivi s'additano e chiamansi ad esame l'autorità ed i Documenti delle mie narrazioni, onde poi diedi un Prospetto ne' Fasti Getici o Gotici. I Documenti, accennati nell'anzidetta Tavola Cronologica, piacquero al celebratissimo Giacobbe Grimm, che tutti li riferì, e non ne omise alcuno, in un Discorso intorno a' Geti, da lui letto nel 5 marzo 1846 all'Accademia di Berlino[1]. Altro egli non v'aggiunse di nuovo fino al sesto secolo prima di Gesù Cristo, se non una citazione d'Anastasio Sinaita intorno a' Daci o Dani. Ben l'animo dovè godermi nello scorgere, che un uomo sì dotto calcasse le stesse vie, che io aveva tenute, per dimostrare l'identità de' Geti o Goti e de' Daci: ma non potei consentire alla sua opinione, che tutti costoro avessero formato un solo popolo co' Germani di Tacito, e però co' Longobardi guidati dal Re Alboino in Italia e coi Franchi tramutatisi nelle Gallie. Io non nego, che Geti o Goti e Germani vennero in principio dall'Asia, donde si partirono tutte le genti; ma già io aveva negato[2], ed or torno a negare, che i Germanii riposti da Erodoto fra' popoli agricoltori dell'antica Persia nelle regioni più felici del nostro globo fossero stati, per la nuda somiglianza del nome, i progenitori de' Germani di Tacito, cotanto schivi, e per lunghi secoli, dell'agncollura ferma e stanziale. Nè credo, che quegli agresti abitatori de' rozzi e vili tugurj descritti da Tacito avessero conservato alcuna memoria dell'Architettura Orientale, allorchè di mano in mano s'andarono allargando nell'inospite selve interposte fra il Reno, il Danubio ed il Baltico. Sia stata qualunque l'età, in cui da una regione qualunque dell'Asia giunsero in questi altre volte sì paurosi spazj d'Europa gli antenati de' Germani di Tacito, egli è certo che v'inselvatichirono, e vi perdettero la rimembranza d ogni precedente lor civiltà, se pur l'ebbero: egli è certo, che tali senza niuna di queste rimembranze durarono per molti secoli, nè prima dell'ottavo penetrovvi l'aura Cristiana, per la quale, alla voce di San Bonifazio, cominciarono ad edificarsi le prime Città e ad erigersi le prime Cattedrali.
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