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Carl Jung e Wolfgang Pauli. L’entanglement dell’anima. (eBook)
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Carl Jung e Wolfgang Pauli. L’entanglement dell’anima. (eBook)
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Bruno Del Medico
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Bruno Del Medico
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Prezzo:
€ 7,90
Compra EPUB
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Formato :
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EPUB |
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Sì Scopri di più |
Compatibilità:
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Tutti i dispositivi
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Lingua:
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it |
Editore:
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Bruno Del Medico Editore |
Codice EAN:
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1230009228535 |
Anno pubblicazione:
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2025 |
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Descrizione
La storia della cultura europea del Novecento offre pochi incontri tanto affascinanti e improbabili quanto quello tra Carl Gustav Jung, psichiatra svizzero e fondatore della psicologia analitica, e Wolfgang Pauli, fisico teorico austriaco, tra i padri della meccanica quantistica. La loro collaborazione, iniziata nel 1932 e durata per più di vent’anni, rappresenta una delle più temerarie esplorazioni dei territori di confine tra psicologia e fisica.
Questa singolare collaborazione ha avuto luogo in un’epoca particolarmente drammatica. La collaborazione nasce negli anni Trenta, mentre l’Europa attraversa una crisi profonda: la Grande Guerra ha appena lasciato una pesante eredità di inquietudini. L’evento successivo, la Seconda guerra mondiale, è già preannunciato dagli sconvolgimenti politici e culturali. Il clima intellettuale è però uno dei più fertili mai conosciuti nella storia europea: nuove idee travolgono la fisica, la filosofia, la psicologia. Jung guida un gruppo di studiosi e terapeuti a Zurigo. Egli ricerca una psicologia della profondità capace di spiegare i grandi miti, le religioni e i simboli dell’umanità. Pauli è a Zurigo anche lui, all’Istituto di Fisica, dopo aver contribuito nel 1925 al principio di esclusione che porta il suo nome. Questo principio rivoluziona la fisica atomica.
Jung è affascinato dalla scienza ma ne percepisce i limiti, soprattutto nel ridurre la realtà a ciò che è quantificabile. Pauli, uomo di scienza rigorosa ma spirito inquieto, soffre una crisi personale profonda dopo la morte della madre e il fallimento di un matrimonio. Nel 1932 si rivolge quindi a Jung per una consulenza psicoterapeutica. Questo incontro dà il via a un dialogo sorprendente, metà terapeutico, metà filosofico. Di questo dialogo rimangono oltre ottocento lettere, pubblicate anni dopo e oggi lette come un evento storico unico.
Jung riconosce in Pauli un interlocutore d’eccezione. Pauli è amico e collega di Einstein, Bohr e Heisenberg, e nel 1945 riceverà il premio Nobel; tuttavia, la sua lucidità scientifica non esclude una sensibilità verso i temi dell’inconscio, della simbologia, del sogno. Infatti, Pauli, stimola Jung con i suoi sogni: visioni popolate da simboli archetipici, mandala, figure alchemiche. Pauli sogna un “mondo delle ombre” popolato da animali misteriosi, da ruote e croci – immagini che Jung interpreta come segni della ricerca di un equilibrio tra opposti, tra razionalità scientifica e istinto spirituale.
Su questa base nasce la teoria della sincronicità, concetto che Jung sviluppa negli anni Quaranta e che definisce per la prima volta in modo completo nel 1952, nel celebre saggio scritto in condivisione con Pauli: “La sincronicità come principio di connessioni acausali”. La sincronicità descrive la “coincidenza significativa” tra eventi psichici e fenomeni fisici, eventi collegati non da cause materiali, bensì da significati condivisi. È una teoria che osa mettere in questione il dogma della causalità classica, il pilastro che aveva sorretto la scienza moderna fin da Newton.
Nel 1948, nel celebre “Club Psicologico” di Jung a Küsnacht, Pauli espone le sue idee davanti a una platea assorta: “C’è un livello, forse, dove la materia e la mente sono due volti di una stessa realtà”. È un’idea che anticipa molti dibattiti odierni sulle neuroscienze, sulle origini della coscienza, sui limiti della conoscenza scientifica.
La collaborazione di Jung e Pauli ha lasciato eredità profonde. Ha ispirato studiosi come Marie-Louise von Franz, psicologa analitica e collaboratrice di Jung, e fisici come David Bohm. L’inconscio collettivo, teorizzato da Jung, e i misteri dell’entanglement quantistico continuano a suggerire che le frontiere tra mente e materia siano meno nette di quanto la scienza tradizionale abbia voluto credere.
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