Di cosa sogna il piranha nel fosso di limonata (eBook)

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MARTIJN BENDERS
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Compatibilità: Tutti i dispositivi
Lingua: it
Editore: Martijn Benders
Codice EAN: 1230008994691
Anno pubblicazione: 2025
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Descrizione

Nel vasto e talvolta asfittico panorama della letteratura filosofica contemporanea, capita raramente di imbattersi in un’opera che riesca a scardinare le convenzioni non solo del pensiero, ma anche della forma stessa del discorso filosofico. Di cosa sogna il piranha nel fosso di limonata di Martijn Benders è un libro del genere: un testo disarmante, corrosivo e, soprattutto, liberatorio. È, oserei dire, un antidoto prezioso contro l'ipnosi culturale che permea gran parte del nostro tempo. Martijn Benders non è un autore qualsiasi. Olandese di nascita, poeta e scrittore ribelle, ha fatto della sua traiettoria un atto di resistenza contro la mediocrità istituzionalizzata. In quest’opera, Benders intreccia saggistica, filosofia e una vena letteraria profondamente iconoclasta, con l’intento dichiarato di smascherare le illusioni più tenaci della nostra epoca: dalla mitologia sterile del supereroe al lento logorio della poesia autentica, fino alla sterilizzazione dell’immaginazione stessa. A prima vista, il titolo potrebbe trarre in inganno. Il piranha, animale simbolo di aggressività e sopravvivenza, è qui accostato a un improbabile "fosso di limonata" – un’immagine che incarna perfettamente il paradosso centrale del libro: come creature nate per distruggere e lacerare possano essere rese innocue, immerse in un habitat addomesticato, zuccheroso e inoffensivo. È la metafora perfetta della nostra condizione culturale: un mondo che ha sterilizzato le forze più potenti dell’immaginazione, relegandole a forme di intrattenimento vuoto e prevedibile. Uno dei punti di forza più notevoli di questo libro è la critica serrata e lucidissima che Benders rivolge al culto del supereroe. In un’Italia dove i blockbuster americani hanno colonizzato non solo le sale cinematografiche, ma anche l’immaginario collettivo, questa analisi arriva come una scossa salutare. Benders mostra senza mezzi termini come la narrativa dei supereroi abbia soppiantato quella delle fiabe tradizionali, e come questo spostamento abbia conseguenze devastanti sulla capacità dell’individuo di confrontarsi con la realtà. Mentre la fiaba, infatti, guidava l’anima del bambino verso l’età adulta attraverso il confronto con l’ignoto e il perturbante, la mitologia del supereroe infantilizza costantemente l’adulto, offrendogli l’illusione che esista sempre una forza esterna pronta a salvarlo. Questa infantilizzazione non è un fenomeno isolato, bensì parte integrante di un più ampio disegno di controllo culturale e mentale. Con ironia caustica, Benders smaschera il funzionamento delle istituzioni educative, dei media e perfino delle industrie culturali che, secondo lui, non fanno altro che perpetuare una forma di lavoro minorile mentale: una forma di addestramento che ci insegna a pensare dentro schemi preconfezionati, a fantasticare solo attraverso immagini già date, e a reprimere ogni forma di vera immaginazione creativa. È questo, forse, uno degli assi tematici più potenti del libro: la distinzione – che Benders chiarisce con rigore spietato – tra "fantasia" e "sogno a occhi aperti". La prima è una costruzione prefabbricata, una replica di immagini conosciute; il secondo, invece, è un atto sovversivo, che apre varchi nell’inconscio e mette in crisi la nostra stessa percezione del reale. Ma Di cosa sogna il piranha nel fosso di limonata non si limita a decostruire; propone anche una via d’uscita, o almeno indica un sentiero possibile. Questa via passa, inevitabilmente, per la poesia. Non la poesia istituzionalizzata, quella che adorna le pagine dei giornali e le cerimonie ufficiali, ma la poesia come forza viva, capace di incrinare le certezze e risvegliare quella parte di noi che il sistema tenta di anestetizzare. In questo senso, Benders si iscrive in una tradizione che, in Italia, ha avuto interpreti straordinari – penso a Pasolini, che vedeva nella poesi