Metafora, piccola odissea moderna verso Itaca (eBook)

Metafora, piccola odissea moderna verso Itaca (eBook)

Daniele Vallet
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Compatibilità: Tutti i dispositivi
Lingua: it
Editore: Musumeci
Codice EAN: 1230004479888
Anno pubblicazione: 2021
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Descrizione

Dall'Introduzione di Patrizio Roversi di Turusti per Caso: IL GRANDE CERCHIONE DELLA VITA “Hai voluto la bicicletta? Adesso Pedala” è una delle metafore più usate e forse abusate ai giorni nostri. Eppure nel caso di Daniele potrebbe servire per chiedersi (e chiedergli): ma perché hai voluto proprio la bicicletta? Credo che le risposte siano tante, tutte potenzialmente valide. Certamente Daniele vive in un ambiente affascinante (la Valle d’Aosta) e quindi è ….ambientalista. La bicicletta gli serve per muoversi liberamente, vivere all’aria aperta, respirare e lasciar respirare gli altri; insomma a non inquinare. E non si è accontentato di farlo da solo: ha stimolato molti suoi concittadini a fare altrettanto, ha mobilitato il suo Comune e la sua Regione fino a ottenere l’approvazione del progetto “Boudza-té” di incentivazione alla mobilità sostenibile che assegna a chi si muove in bicicletta per andare al lavoro dei “buoni” da spendere nell’acquisto di prodotti tipici locali. Dall’ambiente alla salute, fino alla valorizzazione del territorio agricolo e alla riduzione di rifiuti plastici: ha chiuso il cerchio, grazie al cerchione della bicicletta. Dopodiché Daniele ha deciso di allontanarsi da casa e con la sua bicicletta (la Fernanda) ha girato la Sardegna e poi il mondo. In questo libro racconta il suo viaggio ad Atene, rigorosamente in bicicletta. Lo ha raccontato anche sul web, postando foto e riprese fatte col telefonino lungo la strada, guidando e filmando pericolosamente, senza mani (la qual cosa mi ha parecchio impressionato) e suscitando l’interesse e la partecipazione di un sacco di utenti del nostro sito ItaliaSlowTour. A proposito di slow; credo la bicicletta sia lo strumento perfetto per fare un viaggio lento, che misura le distanze, ti fa vedere le cose da vicino e ti fa incontrare tante persone. Incontrare, un altro tema. Daniele nei suoi viaggi instaura soprattutto relazioni personali: si fa ospitare, conosce, parla e ringrazia. In questo senso interpreta nel modo migliore la filosofia del viaggiatore, che è appunto quello del relazionarsi. Un paesaggio lo puoi vedere anche in cartolina, una storia la puoi conoscere anche guardando un documentario, ma se vuoi incontrare, devi esserci fisicamente e di persona. Soprattutto devi esserci con la testa, nel qui-e-ora. E Daniele c’è, c’è stato… E’ stato al gioco, il bel gioco del viaggiatore curioso, del pellegrino che ti arriva in casa dopo uno sforzo e un sacrificio (pedalare per centinaia di chilometri) che coinvolge e commuove coloro che lo accolgono. Il suo bagaglio era leggero, ma quello culturale invece molto pesante; viaggiare verso Atene per Daniele ha significato passare fisicamente ed emotivamente per l’ex Jugoslavia reduce da tragedie che ancora noi, vicini di casa dei popoli balcanici, stentiamo a capire. Arrivare ad Atene è stato per lui una sorta di pellegrinaggio culturale alle radici della nostra Civiltà Mediterranea. E poi toccare Itaca è stata –fisicamente e metaforicamente- una appropriazione simbolica del Mito del viaggiatore errante per eccellenza, un ‘auto-investitura che sovrappone se stesso e la propria odissea alle avventure di Ulisse. Comunque probabilmente non bastano tutte queste motivazioni razionali: scavando ancora più sotto e più “prima” resta la domanda del perché Daniele ha voluto la bici. Da bambini la bicicletta l’abbiamo avuta tutti, lui però non l’ha più mollata. Io sono molto pigro, eppure anche io da piccolo, avevo una bici con un cambio da pochi soldi e il manubrio e pedali da corsa montati su un telaio da 24 pesantissimo. A 12, 13 anni riempivo una borraccia con tre tuorli d’uovo, sei cucchiai di zucchero e mezzo chilo di “ovomaltina” sciolti nel latte e andavo da Mantova a Peschiera sul Garda e ritorno. Forse è per questi biberoni energetici (antesignani del doping moderno) che adesso ho il diabete. Comunque ricordo che, da solo, a testa bassa, obnubilato dalla fatica, in fondo stavo bene! Stavo con me s