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LA NUOVA ISRAELE (eBook)
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LA NUOVA ISRAELE (eBook)
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Luigi Campolonghi
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Luigi Campolonghi
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Compatibilità:
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Tutti i dispositivi
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Lingua:
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it |
Editore:
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niccia |
Codice EAN:
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1230003792230 |
Anno pubblicazione:
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2020 |
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Note legali
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Descrizione
Luigi Campolonghi (Pontremoli, 14 agosto 1876 – Settimo Vittone, 21 dicembre 1944) è stato un giornalista e scrittore italiano.
Figlio di Agostino Campolonghi e Marianna Agnoloni, crebbe in una facoltosa famiglia patriarcale e fu iscritto dal padre presso il Collegio Maria Luigia di Parma, da cui venne poi espulso nel 1894 per avervi condotto attiva propaganda rivoluzionaria. In quegli anni a Pontremoli si erano costituiti un Circolo operaio, nel 1887, e successivamente una Cooperativa di produzione e di lavoro cui aveva aderito con entusiasmo un gruppo di militanti socialisti guidati dall’avvocato Pietro Bologna: tra essi vi erano lo stesso Campolonghi, Azeglio e Angiolino Cortesi, Tito Bassignani, Vittorio Carloni, Pietro Ferrari, Orlando e Pirro Orlandini, Alceste De Ambris e Giovanni Sardella, tutti attivamente impegnati in un’opera di propaganda politica e sociale.
Da questa esperienza nacque nel 1898 il giornale socialista locale La Terra, un periodico apertamente schierato in difesa di quella popolazione rurale che la povertà del territorio pontremolese aveva da sempre costretto ad una vita di fatiche e di miseria o all’emigrazione; Direttore del giornale fu nominato Luigi Campolonghi che, in quello stesso 1898, diede anche alle stampe un suo volume di poesie, Dolore, presso la Tipografia Meoni di Colle Val d’Elsa.
Per ordine del generale Heusch, tutte le sezioni socialiste furono sciolte e i loro dirigenti imprigionati. Il ventunenne Campolonghi, per sfuggire all’arresto, fu così costretto a lasciare l’Italia e a rifugiarsi a Marsiglia, dove conobbe Jean Jaurès, Frédéric Mistral, Amilcare Cipriani e Garzia Cassola: e proprio di quest’ultimo, nel 1900, sposò la figlia, Ernestina.
In Francia Luigi Campolonghi rimase tre anni adattandosi ad esercitare i mestieri più disparati per guadagnarsi da vivere, ma continuando al tempo stesso nella sua azione di propaganda delle idee socialiste, soprattutto fra i lavoratori italiani. Proseguendo così nella sua attività di giornalista, fondò il foglio socialista L’Emigrante e iniziò a scrivere sul Petit Provençal di Marsiglia, collaborò all’Avanti! e divenne corrispondente del Secolo di Milano e dei due giornali genovesi Il Caffaro e il Giornale. In quel periodo, inoltre, scrisse anche due romanzi di ispirazione populista, La Zattera e Vita d’esilio.
La battaglia da lui condotta sui giornali in difesa dell’organizzazione sindacale degli scaricatori di porto francesi gli costò alla fine l’espulsione dalla Francia per attività sovversiva. Dopo un breve periodo in Spagna, a Barcellona, rientrò quindi in Italia e si stabilì a Savona, dove assunse la carica di Segretario della prima Camera del Lavoro cittadina (carica che tenne dall’aprile 1901 al novembre 1902) e di Direttore del giornale La Voce dei Lavoratori e poi de Il Diritto. Trasferitosi nel 1904 a Genova, divenne dapprima redattore responsabile del giornale Il Lavoro, che era stato fondato a giugno del 1903 (molti suoi articoli vennero da lui firmati con lo pseudonimo di Farandole), e poi, nel 1907, Direttore della rivista anticlericale La Fionda.
Nel 1908 pubblicò a Genova il volume di novelle Il Popolo (Il libro della povera gente) e nel 1909 a Piacenza il romanzo La Nuova Israele, imperniato sullo sciopero generale di Parma; in quel periodo scrisse anche un dramma, Il Seminatore. A Firenze Campolonghi iniziò a scrivere per Il Nuovo Giornale e per Il Popolo. Nel 1910 riprese la collaborazione con il Secolo di Milano, che lo inviò dapprima a Barcellona per seguire il processo all’anarchico Francisco Ferrer (poi fucilato solo perché colpevole di essere un pedagogista anticlericale), e poi a Parigi, come corrispondente sia per quel giornale che per il Messaggero di Roma.
A Parigi Luigi Campolonghi iniziò anche a collaborare al Petit Parisien, perfezionando la conoscenza della lingua francese. Nella capitale d’Oltralpe egli fissò definitivamente la sua residenza a partire dal 1915. Con lo scopp
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