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COSTANTINOPOLI (eBook)
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COSTANTINOPOLI (eBook)
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Edmondo De Amicis
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Edmondo De Amicis
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EPUB |
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Compatibilità:
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Tutti i dispositivi
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Lingua:
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it |
Editore:
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NICCIA |
Codice EAN:
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1230003301432 |
Anno pubblicazione:
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2019 |
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Note legali
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Descrizione
COSTANTINOPOLI
DI
EDMONDO DE AMICIS
DAL LIBRO: L’emozione che provai entrando in Costantinopoli mi fece quasi dimenticare tutto quello che vidi in dieci giorni di navigazione dallo stretto di Messina all’imboccatura del Bosforo. Il mar Jonio azzurro e immobile come un lago, i monti lontani della Morea tinti di rosa dai primi raggi del sole, l’Arcipelago dorato dal tramonto, le rovine d’Atene, il golfo di Salonico, Lemno, Tenedo, i Dardanelli, e molti personaggi e casi che mi divertirono durante il viaggio, si sbiadirono per modo nella mente, dopo visto il Corno d’oro, che se ora li volessi descrivere, dovrei lavorare più d’immaginazione che di memoria. Perchè la prima pagina del mio libro m’esca viva e calda dall’anima, debbo cominciare dall’ultima notte del viaggio, in mezzo al mare di Marmara, nel punto che il capitano del bastimento s’avvicinò a me e al mio amico Yunk, e mettendoci le mani sulle spalle, disse col suo schietto accento palermitano: – Signori! Domattina all’alba vedremo i primi minareti di Stambul.
Ah! ella sorride, mio buon lettore, pieno di quattrini e di noia; ella che, anni sono, quando le saltò il ticchio d’andare a Costantinopoli, in ventiquattr’ore rifornì la borsa e fece le valigie, e partì tranquillamente come per una gita in campagna, incerto fino all’ultimo momento se non fosse meglio prendere invece la via di Baden-Baden! Se il capitano del bastimento ha detto anche a lei: – Domani mattina vedremo Stambul – lei avrà risposto flemmaticamente: – Ne ho piacere. – Ma bisogna aver covato quel desiderio per dieci anni, aver passato molte sere d’inverno guardando melanconicamente la carta d’Oriente, essersi rinfocolata l’immaginazione colla lettura di cento volumi, aver girato mezza l’Europa soltanto per consolarsi di non poter vedere quell’altra mezza, essere stati inchiodati un anno a tavolino con quell’unico scopo, aver fatto mille piccoli sacrifizi, e conti su conti, e castelli su castelli, e battagliole in casa; bisogna infine aver passato nove notti insonni sul mare, con quell’immagine immensa e luminosa davanti agli occhi, felici tanto da provar quasi un sentimento di rimorso pensando alle persone care che si sono lasciate a casa; e allora si capisce che cosa voglion dire quelle parole: – Domani all’alba vedremo i primi minareti di Stambul; – e invece di rispondere flemmaticamente: – ne ho piacere – si picchia un pugno formidabile sul parapetto del bastimento.
Un gran piacere per me e per il mio amico era la profonda certezza che la nostra immensa aspettazione non sarebbe stata delusa. Su Costantinopoli infatti non ci son dubbi; anche il viaggiatore più diffidente ci va sicuro del fatto suo; nessuno ci ha mai provato un disinganno. E non c’entra il fascino delle grandi memorie e la consuetudine dell’ammirazione. È una bellezza universale e sovrana, dinanzi alla quale il poeta e l’archeologo, l’ambasciatore e il negoziante, la principessa e il marinaio, il figlio del settentrione e il figlio del mezzogiorno, tutti hanno messo un grido di maraviglia. È il più bel luogo della terra a giudizio di tutta la terra. Gli scrittori di viaggi, arrivati là, perdono il capo. Il Perthusier balbetta, il Tournefort dice che la lingua umana è impotente, il Pouqueville crede d’esser rapito in un altro mondo, il La Croix è innebriato, il visconte di Marcellus rimane estatico, il Lamartine ringrazia Iddio, il Gautier dubita della realtà di quello che vede; e tutti accumulano immagini sopra immagini, fanno scintillare lo stile e si tormenta
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