Soviet Famine of 1932-1933, The (audiolibro)

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Willards Sarah
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Prezzo:
€ 3,98
COMPRA AUDIOLIBRO
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Lingua: en
Editore: Celestial Publishing
Codice EAN: 9798318115240
Anno pubblicazione: 2025
Durata (hh:mm:ss): 01:55:51
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a) Garanzia legale, Pagamenti, Consegne, Diritto di recesso
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Il prezzo barrato corrisponde al prezzo di vendita al pubblico al lordo di IVA e al netto delle spese di spedizione
Il prezzo barrato dei libri italiani corrisponde al prezzo di copertina.
I libri in inglese di Libraccio sono di provenienza americana o inglese.
Libraccio riceve quotidianamente i prodotti dagli USA e dalla Gran Bretagna, pagandone i costi di importazione, spedizione in Italia ecc.
Il prezzo in EURO è fissato da Libraccio e, in alcuni casi, può discostarsi leggermente dal cambio dollaro/euro o sterlina/euro del giorno. Il prezzo che pagherai sarà quello in EURO al momento della conferma dell'ordine.
In ogni caso potrai verificare la convenienza dei nostri prezzi rispetto ad altri siti italiani e, in moltissimi casi, anche rispetto all'acquisto su siti americani o inglesi.
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Nota: La disponibilità prevista fa riferimento a singole disponibilità.

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Descrizione

The Soviet famine of 1932-1933, one of the most devastating events in Soviet history, can be traced back to the aggressive agricultural policies enforced under Joseph Stalin’s leadership. The roots of the famine lay in the drastic changes to agriculture during the late 1920s and early 1930s, particularly the forced collectivization campaign, which aimed to reshape the entire agricultural sector to fit the needs of the Soviet state. This chapter explores the key policies that set the stage for the disaster that would unfold in the early 1930s. The first step towards the famine was the rise of collectivization, a policy introduced by Stalin to consolidate individual farms into large, state-controlled collective farms. The goal was to increase agricultural productivity and provide the state with a surplus of grain to fuel industrialization. However, this policy met with widespread resistance from peasants who feared losing their land and livelihood. In response, the Soviet government resorted to violent measures to force peasants to join collective farms, including the execution or deportation of so-called "kulaks"—wealthier peasants—whom the regime labeled as class enemies. Alongside collectivization, Stalin’s government implemented harsh grain procurement quotas. These quotas demanded that peasants surrender large portions of their harvest to the state at low prices, which were often below the cost of production. The policy was particularly detrimental to regions with fertile land, where the government set even higher quotas to maximize exports, often at the expense of local populations. The pressure to meet these quotas, combined with the challenges of collectivized farming, led to a dramatic reduction in food available for local consumption.