Il tòpos del mese
I vampiri

 

Tra seduzione e mistero: il fascino immortale dei vampiri

 

Con questa rubrica di Libraccio.it scopri i grandi temi della letteratura che dai grandi classici del passato fino ai bestseller di oggi non smettono di affascinare i lettori.

 

Ogni mese, un nuovo tòpos!

Affascinanti, inquietanti, immortali. I vampiri abitano la letteratura da più di due secoli, mutando forma e significato insieme ai tempi. Dalle atmosfere gotiche dell’Ottocento, dove il mostro era simbolo di paura e seduzione, alle interpretazioni più moderne del Novecento, che ne hanno esplorato la solitudine e la condanna dell’eternità, fino ai vampiri del Duemila, diventati protagonisti di saghe romantiche e pop, il mito non ha mai smesso di rigenerarsi. Ogni epoca, in fondo, ha avuto i suoi vampiri, specchio delle ansie, dei desideri e dei sogni di chi li ha creati.

L'alba dei vampiri

Il vampiro

John William Polidori

Carmilla

Joseph Sheridan Le Fanu

Dracula

Bram Stoker

Nell’Ottocento nascono le prime grandi storie dedicate ai vampiri, creature immortali che si nutrono di sangue umano e vivono sospese tra fascino e terrore. È il secolo in cui il mito prende forma, intrecciando paure collettive, desiderio e mistero.

Il viaggio comincia con Il Vampiro di John Polidori, considerato la prima vera opera moderna sul tema. Il protagonista, Lord Ruthven, è un autentico Byronic hero: oscuro, seducente e letale, un aristocratico maledetto che inaugura la figura del vampiro come simbolo di corruzione e irresistibile attrazione.

Qualche decennio più tardi Carmilla di Sheridan Le Fanu porta una ventata di novità nel genere, introducendo la prima vampira della storia letteraria. Sensuale e inquietante, Carmilla rappresenta un vampirismo diverso, più psicologico e ambiguo, in cui il desiderio si intreccia con la paura.

Il secolo si chiude con Dracula di Bram Stoker, l’opera che consacra definitivamente il mito. Con il conte dei Carpazi, Stoker dà al vampiro una voce, un castello e un’ombra eterna: nasce così l’archetipo del vampiro per eccellenza, destinato a dominare l’immaginario collettivo per più di un secolo.

 

I vampiri e la solitudine del Novecento

Io sono leggenda

Richard Matheson

Le notti di Salem

di Stephen King

Intervista col vampiro

Anne Rice

Nel Novecento il mito del vampiro cambia volto. Abbandonati i castelli gotici e le brume vittoriane, queste creature immortali si spostano nei paesaggi della modernità, tra città spettrali e paure interiori. Il vampiro non è più soltanto un mostro da temere, ma una metafora del male, della solitudine e della fragilità dell’uomo contemporaneo.

Con  Io sono leggenda Richard Matheson compie una vera rivoluzione: il mondo è devastato da una pandemia che trasforma gli uomini in vampiri, e l’ultimo sopravvissuto, Robert Neville, scopre di essere diventato lui stesso un mostro agli occhi dei nuovi abitanti della Terra. Qui il vampirismo non è più magia o maledizione, ma un virus, un riflesso delle paure scientifiche e sociali del dopoguerra.

Qualche decennio dopo, Stephen King rielabora il mito in Le notti di Salem, trapiantando l’ombra di Bram Stoker nel cuore del New England. La tranquilla cittadina americana diventa teatro di un contagio oscuro: il male nasce dentro le case, dietro le tende ben tirate della provincia.

Infine, con  Intervista col vampiro, Anne Rice restituisce al vampiro una voce e un'anima. Le sue creature sono malinconiche, sensuali, tormentate, costrette a interrogarsi sull’eternità e sulla perdita dell’umano. In loro si riflette la notte dell’uomo moderno, incapace di distinguere fino in fondo il bene dal male, la luce dall'ombra.

L’era dei vampiri romantici

Twilight

Stephenie Meyer

L'accademia dei vampiri

di Richelle Mead

Crave

di Tracy Wolff

Negli anni Duemila il vampiro cambia pelle, o meglio, cambia anima. Da creatura mostruosa, simbolo di paura e dannazione, diventa una figura complessa, affascinante e terribilmente umana. L’oscurità lascia spazio all’introspezione, e il morso si trasforma in metafora del desiderio, dell’amore e della ricerca di sé. È l’epoca in cui il mito entra definitivamente nel mainstream, conquistando librerie e schermi.

Con Twilight, Stephenie Meyer inaugura una nuova stagione del vampirismo letterario. I suoi vampiri vivono tra gli esseri umani, frequentano il liceo, amano e soffrono. Il conflitto non è più tra vita e morte, ma tra sentimento e istinto, tra luce e tenebra interiore. Edward Cullen non è un mostro da temere, ma un simbolo del desiderio trattenuto, della diversità che chiede di essere accolta.

Sulla stessa scia, L'accademia dei vampiri di Richelle Mead trasforma il mito in un universo di formazione e appartenenza. Tra lotte, amori e amicizie, i vampiri diventano protagonisti di un racconto di crescita, in cui l’immortalità non è più condanna, ma occasione di scoperta e ribellione.

Infine, con Crave di Tracy Wolff, il vampiro entra pienamente nell’era contemporanea. Le atmosfere gotiche incontrano la sensibilità digitale: la scuola, l’amore impossibile e il mistero convivono in un linguaggio giovane e immediato. Il vampiro del nuovo millennio è allo stesso tempo eroe e outsider, fragile e irresistibile, una creatura che riflette le contraddizioni del nostro tempo, più viva che mai.

 

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