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La chimera è un romanzo storico di Sebastiano Vassalli pubblicato nel 1990, stesso anno in cui vince il Premio Strega. Il romanzo si svolge durante gli anni della Controriforma in Piemonte, nel piccolo paese di Zardino. Questi sono gli anni bui dell’Inquisizione, il secolo oscuro del fanatismo in cui, in nome di un dio crudele, migliaia di “eretici” furono perseguitati e uccisi.
Al centro della narrazione c’è la storia di una donna, Antonia, che Vassalli riporta alla luce dalle ceneri dell’oblio e del suo stesso rogo, protagonista dell’intolleranza religiosa e dell’inciviltà di una cultura priva di senno. Antonia ebbe prima la sfortuna di essere bella, di una bellezza sconvolgente e inquietante, che avrebbe attirato su di sé solo maldicenze, e la sfortuna di essere denunciata come strega all’Inquisizione in un momento in cui il Tribunale di Novara voleva rivendicare la propria autonomia nei confronti della Chiesa di Roma.
E infine la sfortuna di vivere in mezzo a un popolo monopolizzato dai poteri della Chiesa che lo rese carnefice e martire di se stesso.

Una notte del gennaio 1590 Antonia fu abbandonata nella ruota della Casa di Carità, a Novara e accolta e cresciuta dal convento delle suore, nella più rigida disciplina. Viene battezzata con il cognome di Spagnolini a causa dei suoi colori e dei suoi lineamenti, insoliti per l’epoca: occhi e capelli neri, pelle molto scura, labbra carnose. Crescendo la bambina diviene la più bella fra tutte le esposte e, per questo, viene scelta per accogliere il vescovo Bescapè e recitare la poesia di benvenuto. Costretta a mangiare un uovo prima della cerimonia, la bambina sviene di fronte all'uomo (un po’ per l’emozione, un po’ a causa dell’uovo) e questa sarà la prima delle tante “stranezze” nella sua vita di presunta strega.

All’età di dieci anni verrà adottata dalla famiglia Nidasio, coppia di contadini, e portata nel villaggio di Zardino. La sua bellezza e la sua grazia iniziano ad attirare su di sé maldicenze e dicerie, ogni uomo se ne innamora e, in breve tempo, si diffonde la voce che Antonia catturi gli uomini con arti magiche, che sia dunque una strega, per questo nel paese continuano ad accadere eventi strani: la carestia, la siccità, una vacca senza latte, un albero che smette di produrre frutti... È per forza opera del diavolo e della sua discepola: la strega Antonia.

Inizia così il processo e, un sabato di settembre 1610, Antonia viene arsa in piazza, dopo aver subito violenze e torture, acclamata dai festeggiamenti del popolo. La sua morte sarà però addolcita dal boia che, in gran segreto, l’avvelenerà prima di essere divorata dalle fiamme, per non farla soffrire.

Fonte: Wuz.it

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