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Vasco Pratolini

Cronache di poveri amanti

Riassunto

È il primo che l'autore stese dopo la Liberazione (nel 1946), frutto di un'elaborazione durata dieci anni. La consapevolezza maturata nel tempo, permette a Pratolini di raggiungere esiti importanti, che fanno di questo libro un'opera di svolta cardinale nella letteratura novecentesca. Il paradigma della cronaca, secondo il quale è strutturato il racconto, consente all'autore di "cogliere uno spaccato di vita proletaria, offrendone quasi la sintesi totale e, in un certo senso, permanente. Nell'intrecciarsi continuo delle vicende, nel contrappunto tenace e paziente delle osservazioni, nel susseguirsi dei casi lieti e tristi, sorprendenti e comuni, la cronaca di via del Corno trova la sua schietta, semplice vita e la sua innegabile verità" (Alberto Asor Rosa)

I protagonisti sono gli abitanti, di umilissima condizione sociale, della fiorentina via del Corno, tra Palazzo Vecchio e Santa Croce: il romanzo corale, cronologicamente ambientato tra il 1925 e il 1926, descrive gli sconvolgimenti che l'affermazione del fascismo provoca nella vita dei "cornacchiai". Nel microcosmo della via sono rappresentate le tante facce della realtà dell'epoca, non solo fiorentina ma anche nazionale; nello stesso spazio convivono personaggi come l'ex ardito del popolo e comunista Corrado (detto Maciste) che fa il maniscalco ed è rispettato da tutti per la sua coerenza politica e per le qualità umane; o come il suo antagonista, ragionier Carlo, squadrista fanatico e infido.

La divisione tra giusti e ingiusti è messa in risalto anche dalla figura della Signora, ex maitresse, che si è relegata in volontaria clausura (dopo aver cancellato le tracce del suo passato), morbosamente attaccata a ragazze che la assistono e che nel contempo da lei ricevono protezione. Tra loro Gesuina e gli "Angeli Custodi" - Milena, Aurora, Clara, Bianca- vittime di un destino che pare volerle condannare all'infelicità. P. traccia il disegno di una realtà complessa e molto articolata; cosi, per esempio, al fascista Carlino affianca Osvaldo, anche lui squadrista ma di ben altra indole, mentre Ugo, dopo il "tradimento" della sua fede comunista, si riscatta avvertendo Maciste che i fascisti stanno preparando una missione punitiva contro i cosiddetti sovversivi.

L'azione del romanzo prende le mosse dall'arresto di Giulio, marito di Milena, già ammonito in passato, e ora addirittura accusato di aver nascosto la refurtiva di un colpo compiuto dalla banda del Moro. Giulio ha trovato nel carbonaio Nesi un complice disposto a coprirlo, ma la Signora, dalle finestre della sua casa, sorveglia, grazie alla sentinella Gesuina, i movimenti che avvengono nella via. Lei sa tutto e ricatta il Nesi, responsabile di averle sottratto Aurora, dopo averla violentata e resa sua amante. Aurora abita ora lontana da via del Corno, con il figlio nato dalla relazione e mantenuta dal Vecchio Nesi.

Otello, figlio maggiore del Carbonaio, soffocato dall'odio per il padre, e innamorato di Aurora, con la complicità della Signora riuscirà a sottrargli la ragazza. Per una soffiata di un informatore, anche Nesi viene arrestato; il vecchio muore prima ancora di arrivare in carcere. Nel frattempo Otello, fuggito con Aurora, rientra in via del Como e regolarizza la sua relazione.

Il clima si fa sempre più pesante; il pizzicagnolo Alfredo, marito di Milena, si rifiuta di pagare la quota al Fascio, e per questo viene punito e picchiato selvaggiamente. Dopo un lungo ricovero in sanatorio morirà. La violenza contro di lui anticipa di due mesi un furore ancora più cieco.

Fonte: Wuz.it

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