I segreti delle costellazioni familiari. Due gatti tra le radici dell'anima. Con QRCode

Un libro imperdibile di crescita personale che unisce la leggerezza del gioco alla profondità della vera introspezione. Sei stanco di percorsi spirituali che prendono tutto troppo sul serio? E se la chiave per una vita felice fosse già stata decifrata da due esseri straordinari, maestri di Zen per natura? Proprio come Il Piccolo Principe ha utilizzato personaggi leggeri per svelare grandi verità, questo libro, "I segreti delle costellazioni familiari", si affida a due gatti per illuminare le radici profonde dell'animo umano. Loro sono Lupin e Margot, due gatti filosofi, curiosi e disarmanti. Con occhi antichi e una prospettiva tutta felina, hanno osservato l'ansia e la fretta degli umani, decifrando il vero codice della felicità. Questo non è un semplice manuale: è un sussurro al cuore che ti insegnerà a vivere meglio, tra fusa e intuizioni illuminanti. Attraverso la loro ironica e profonda saggezza, scoprirai come: trovare il tuo vero posto nel mondo; il potere delle costellazioni familiari spiegato con la leggerezza di chi dorme dodici ore al giorno ma capisce l'essenza in un istante; guarire il tuo bambino interiore; ritrova la gioia autentica del gioco, tra salti goffi e risate liberatorie che scioglieranno ogni blocco emotivo; vivere nel qui e ora; impara l’arte della presenza gattesca, l’unico, vero antidoto all’ansia: un respiro, un nuovo sguardo, un raggio di sole. Scritto a quattro mani da Alberta Mantovani — esperta di Costellazioni Familiari — e Monica Rossetti — fotografa e ricercatrice della bellezza autentica — questo libro intreccia spiritualità, introspezione e un’ironia irresistibile. Un fenomeno editoriale in bilico tra illuminazione e un'irriverente tenerezza che ti farà sorridere, commuovere e, soprattutto, ti insegnerà a vivere come solo un gatto sa fare. Non solo teoria: un prezioso strumento per iniziare subito il tuo percorso. All'interno troverai un QR Code per accedere alla meditazione "gattesca" guidata da Alberta Mantovani, con le musiche di Rino Capitanata.