1932. L'elefante e il colle perduto. Ediz. illustrata

Claudio Parisi PresicceIsabella DamianiNicoletta Bernacchio
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Editore: Campisano Editore
Codice EAN: 9788885795907
Anno edizione: 2022
Anno pubblicazione: 2022
Dati: 64 p., ill., brossura

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Descrizione

La realizzazione di via dell’Impero, oggi via dei Fori Imperiali, e la contestuale eliminazione della collina della Velia, non erano stati pianificati. Nel Piano Regolatore del 1926 non era previsto un rettifilo che collegasse piazza Venezia con il Colosseo e solo nel 1931 partì il progetto di un’arteria utilizzabile per le parate celebrative. La volontà di Mussolini era di inaugurarne l’apertura il 28 ottobre del 1932, per celebrare il decennale della Marcia su Roma. Gli sterri portarono alla luce resti di epoca medievale e rinascimentale, al di sotto dei quali emerse un’importante domus romana, con pitture e stucchi pertinenti almeno a due epoche differenti: la prima di fine I secolo d.C. e la seconda di fine II-inizio III secolo d.C. Il 20 maggio 1932, all’improvviso, dieci metri al di sotto della collina della Velia, comparvero i resti di un cranio di Elephas antiquus, con una delle zanne. Il ritrovamento fu spettacolare, ma il distacco e il trasporto dei resti all’Antiquarium non avvenne nel modo più consono dal punto di vista conservativo. L’Antiquarium, costruito nel 1893 come magazzino archeologico, era stato aperto al pubblico nel 1900. Qui i resti fossili rimasero per molti anni, non visibili al pubblico. Dal 2007 è iniziato il riordino sistematico dei reperti conservati nell’Antiquarium, che ha portato alle mostre archeologiche capitoline degli ultimi anni. L’intervento sull’elephas, di notevole complessità dato lo stato critico dei resti fossili e degli apparati di supporto in gesso e legno, è stato realizzato dal Laboratorio di Restauro del Museo Paleontologico dell’Accademia Valdarnese del Poggio. La sua prima presentazione è avvenuta alla mostra La Scienza di Roma allestita al Palazzo delle Esposizioni nel 2021. Il percorso della mostra si articola in quattro sezioni, che seguono una linea del tempo a partire dallo scavo del 1931-1932. Nella prima sezione sono illustrati gli aspetti relativi alla progettazione architettonica ed è evocata, con una vetrina colma di materiali, la modalità casuale del rinvenimento. La seconda sezione è dedicata alla storia della villa Silvestri-Rivaldi, la cui struttura monumentale è ancora oggi conservata, mentre fu totalmente cancellata la parte del giardino con i suoi muri di terrazzamento, i portali e le prospettive monumentali. La terza sezione riguarda la domus romana rinvenuta sotto villa Silvestri-Rivaldi, con documenti archeologici finora mai visti, come importanti resti di affreschi e stucchi dipinti di epoca romana. Nell’ultima sezione, infine, sono esposti i resti del cranio con la zanna appartenenti all’elefante fossile.