Lettere. Vol. 4: Libro IV.

Pietro Aretino
Pronto per la spedizione in 5 giorni lavorativi
nuovo € 53,00
Spedizione gratuita in Italia
Compra nuovo

Paga con Klarna in 3 rate senza interessi per ordini superiori a 39 €.

Editore: Salerno
Collana: Ediz. naz. delle opere di P. Aretino
Codice EAN: 9788884023117
Anno edizione: 2000
Anno pubblicazione: 2000
Dati: 536 p.,libro rilegato

Note legali

NOTE LEGALI

a) Garanzia legale, Pagamenti, Consegne, Diritto di recesso
b) Informazioni sul prezzo
Il prezzo barrato corrisponde al prezzo di vendita al pubblico al lordo di IVA e al netto delle spese di spedizione
Il prezzo barrato dei libri italiani corrisponde al prezzo di copertina.
I libri in inglese di Libraccio sono di provenienza americana o inglese.
Libraccio riceve quotidianamente i prodotti dagli USA e dalla Gran Bretagna, pagandone i costi di importazione, spedizione in Italia ecc.
Il prezzo in EURO è fissato da Libraccio e, in alcuni casi, può discostarsi leggermente dal cambio dollaro/euro o sterlina/euro del giorno. Il prezzo che pagherai sarà quello in EURO al momento della conferma dell'ordine.
In ogni caso potrai verificare la convenienza dei nostri prezzi rispetto ad altri siti italiani e, in moltissimi casi, anche rispetto all'acquisto su siti americani o inglesi.
c) Disponibilità
I termini relativi alla disponibilità dei prodotti sono indicati nelle Condizioni generali di vendita.

Disponibilità immediata
L'articolo è immediatamente disponibile presso Libraccio e saremo in grado di procedere con la spedizione entro un giorno lavorativo.
Nota: La disponibilità prevista fa riferimento a singole disponibilità.

Disponibile in giorni o settimane (ad es. "3-5-10 giorni", "4-5 settimane" )
L'articolo sarà disponibile entro le tempistiche indicate, necessarie per ricevere l'articolo dai nostri fornitori e preparare la spedizione.
Nota: La disponibilità prevista fa riferimento a singole disponibilità.

Prenotazione libri scolastici
Il servizio ti permette di prenotare libri scolastici nuovi che risultano non disponibili al momento dell'acquisto.

Attualmente non disponibile
L'articolo sarà disponibile ma non sappiamo ancora quando. Inserisci la tua mail dalla scheda prodotto attivando il servizio Libraccio “avvisami” e sarai contattato quando sarà ordinabile.

Difficile reperibilità
Abbiamo dei problemi nel reperire il prodotto. Il fornitore non ci dà informazioni sulla sua reperibilità, ma se desideri comunque effettuare l'ordine, cercheremo di averlo nei tempi indicati. Se non sarà possibile, ti avvertiremo via e-mail e l'ordine verrà cancellato.
Chiudi

Descrizione

Il quarto libro comprende 674 lettere scritte tra il marzo 1546 e il giugno 1549; la dedica al ricco mercante cremonese Giovan Carlo Affaitati è del settembre ’49, e allo stesso mese, stando almeno a una lettera del quinto libro, risalirebbe la conclusione della stampa. La pubblicazione però dovette essere ritardata fino al 1550, quando venne edito insieme al quinto. Gli anni interessati, al di là della solenne bastonatura commissionata allo scrittore dall’ambasciatore inglese, sono relativamente poveri di avvenimenti esteriori. Cambia però notevolmente il quadro politico; muoiono il re di Francia, e quello d’Inghilterra; muore il marchese del Vasto; il duca di Parma rimane vittima di una congiura. Per Aretino è un mondo che scompare, e non sempre il nuovo sembra pronto a secondare o anche solo ad ascoltare il suo verbo. Ciononostante lo scrittore ha ancora buone carte. La sua posizione a Venezia è quanto mai solida; il duca d’Urbino si conferma l’interlocutore affidabile di sempre; il dialogo con la Firenze cosimiana se non proprio fluido si fa più disteso; il problema della pensione imperiale viene risolto colla corresponsione diretta da parte dell’ambasciatore a Venezia; da Roma giungono segnali di una qualche disponibilità, e l’epistolografo, fattosi poeta drammatico, risponde coll’Orazia e la dedica della tragedia allo stesso Paolo III. La scelta tragica, che per le idealità di poetica del tempo comportava la rinuncia piena alla cifra pasquillesca, segnava il ritorno dello scrittore nell’ovile del classicismo. Le avrebbero dovuto far seguito, sic erat in votis, altre attenzioni, e si cominciò a parlare con insistenza di un Aretino prossimo cardinale. Non se ne fece nulla, e lo scrittore si trovò a smentire le sue aspettative: «se io ho mai avuto in animo per causa d’alcun giardino di aria de la prelatura, ch’io possa diventar Car., che mi parebbe essere e morto al mondo, e vivo sotterra» (lett. 504). Il sogno era destinato a ripresentarsi di lì a poco, coll’elezione di Giulio III, ma al di là della praticabilità di quella prospettiva resta che l’Aretino di quegli anni era realmente impegnato nell’ulteriore metamorfosi; lo dichiarò al suo traduttore francese: «ora mai paio più tosto filosofo che poeta» (lett. 19). E da filosofo con aspirazioni prelatizie cominciò a comportarsi; per esempio affiancando la sua alle voci di quanti in alto loco criticavano lo “scandaloso” Michelangelo della Sistina. Il pulpito era quanto mai inadatto per rampogne di tal fatta, e la cosa in nulla credibile; ma restava il segnale di una disponibilità a reincarnarsi, in quella stagione già precocemente segnata dalle discussioni conciliari, nella figura allora consueta – ultimo testimone Pietro Bembo – del letterato fattosi miles Christi.