Apice: il castello, i feudi, le chiese. Vol. 34: Pergamene e toponimi fra Benevento e Ariano

Arturo Bascetta
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Editore: ABE
Collana: Paesi della campania
Codice EAN: 9788872974254
Anno edizione: 2023
Anno pubblicazione: 2023
Dati: 168 p., brossura

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Descrizione

Narrare la storia delle molteplici controversie tra Conti, Duchi, Baroni, Principi e Re, gli eventi, le situazioni, le stragi delle innumerevoli guerre per conquistare Castelli, Città e Terre dei luoghi in cui oggi viviamo è una grande fatica. Un aiuto massiccio però ci viene dalla documentazione delle "Cronache" di Falcone e del Telesino Beneventano, delle "Carte" di Montevergine e del "Catalogo dei Baroni". E' vero. Anche in tali documenti vi sono contraddizioni, oscurità, ripetizioni che non rendono agevole il districarsi tra fatti ed eventi riportati. Di qui la ricerca di conferme, chiarimenti e specificazioni più attendibili in ulteriori documenti nascosti in Chiese, Abbazie ed altri luoghi sacri. Un fatto è certo. Le "Cronache" di Falcone e del Telesino sono una vera e propria miniera di notizie tali da incoraggiare la consultazione da parte dei vari storici locali che meritano l'elogio della maggioranza dei cittadini delle nostre contrade che sono messi a conoscenza della vita dei propri antenati. La storia locale, spesso trascurata dagli storici che vanno per la maggiore che, con spocchia, la catalogano in senso spregiativo come storia "minore", ha un valore inestimabile. Essa mette in condizione ognuno di noi di conoscere non solo le proprie radici, ma soprattutto consente di appropriarci dei comportamenti, spesso eroici, delle popolazioni che ci hanno preceduto nei secoli e che, con imprese, sacrifici e sangue versato, hanno contribuito a consegnarci interi territori. Si tratta della memoria storica dei nostri avi, a cui attingere per proseguire nel solco da loro tracciato nell'attività, nell'impegno, nel contributo che ognuno di noi deve dare per il progresso e lo sviluppo della propria terra. Le realtà locali sono un patrimonio di cultura, di storia, di arte, di fatti ed eventi che devono sempre più essere il baricentro da cui partire per comprendere la storia complessiva della nostra bella Italia. Gli storici "minori" sono veri topi di biblioteca e ricercatori pazienti in Abbazie, Chiese, Comuni, Province, Regioni ed Archivi di Stato. Fatiche che spesso non ricevono il dovuto riconoscimento appunto per un male inteso senso della storia, ma che ottengono il plauso e l'encomio di numerosissime personalità che sanno apprezzare il lavoro certosino di chi pone a disposizione di tutti conoscenze che, altrimenti, rimarrebbero nell'oscurità. Glorie, affanni, tormenti, sconfitte, vittorie, miserie patite dai nostri avi. Gente, popolo, individui, che devono essere sottratti all'oblio che rappresenta uno dei più gravi crimini contro la verità. Ed è la verità dei fatti che diventa viva nella memoria di noi moderni. Memoria che è veramente un qualcosa di divino, che rievoca scontri, situazioni, eroismi, sacrifici degli antenati facendoci sentire accanto a loro, confortati dal ricordo. Aver memoria di avi lontani, consente di affrontare con più consapevolezza i problemi di oggi. La memoria secondo i Greci è la madre delle Muse. Era chiamata mnemosine. Archelao di Piene, nella sua opera "Apoteosi di Omero", la presenta effigiata in luogo d'onore ove, in maestoso atteggiamento, rivolge lo sguardo verso Zeus, padre delle Muse stesse. "Memoria" o "Oblio" sono i corni del dilemma. La prima è preferita, ammirata, amata da tutti gli uomini che rispettano i valori della storia, della cultura e dell'umanità. La seconda, spesso odiata, è apprezzata soltanto dalle anime scialbe e imbelli. E' la memoria storica che affascina il nostro spirito. E' così. La realtà, la vita, degli antichi e lontani avi di Apice, attraverso la memoria, viene impressa con caratteri di fuoco nel nostro animo e nel contempo risorge "attuale" nel nostro pensiero.