Abecedario di Altavilla Irpina: genealogia, cognomi e toponomastica fra terra e casali dei Conti De Capua

Emilio SpinielloAnna BarbatoSabato Cuttrera
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Editore: ABE
Codice EAN: 9788872971987
Anno edizione: 2025
Anno pubblicazione: 2025
Dati: 178 p., rilegato

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Descrizione

Scopo di questo lavoro che andiamo a presentare al pubblico è documentare l'articolazione degli scenari politici ed economici attraverso arti, professioni, imposte e gabelle dei Catasti Onciari in modo che si abbia un quadro storico della vita sociale nel Regno di Napoli del Settecento. L'intenzione è quella di pubblicare un numero al mese, uno su ogni comune che formano l'ex Provincia di Principato Ultra del Regno di Napoli. Perché i Catasti Onciari? Innanzitutto perché introducono nuovi sistemi di tassazione da cui si ricavano le condizioni reali della vita della gente. E' vero. Nelle altre parti d'Italia i beni venivano valutati dal fisco, mentre nel Regno di Napoli e, dunque, anche ad Avellino, si procedette su dichiarazioni di parte, con tutti gli inconvenienti (false rivele, diminuzione della consistenza dei propri beni, negazione addirittura di possederne) che tale sistema comportava. I catasti comunali, teoricamente, avrebbero dovuto servire alle amministrazioni locali per una equa tassazione, che, al contrario, molto spesso veniva fatta gravare artificiosamente addirittura sui meno abbienti. Era necessario per ovviare a questi veri e propri soprusi che i dichiaranti indicassero tutti i beni stabili, le entrate annue di ciascun cittadino e dei conviventi. I nobili dovevano rivelare i beni posseduti nella propria terra e anche quelli in cui abitano con la famiglia e con i congiunti, facendone una breve, chiara e distinta sintesi sul margine della rivela (autodenuncia). Fine del Catasto Onciario era quello che il povero non fosse sottoposto a tasse esorbitanti e che il ricco pagasse secondo i suoi reali possedimenti. In base a questo principio i sudditi vengono tassati non solo per il possesso dei beni immobili, ma anche singolarmente per le industrie che possiedono, commercio, mestiere o arte che esercitano. Dunque oltre all'imposta patrimoniale restava anche in vigore la vecchia imposta personale. Infatti il focatico, l'imposta del nucleo familiare dovuto da ogni focolare, venne sostituito dal testatico, l'imposta pro capite a quota fissa, pagato da tutti coloro che non vivevano nobilmente, cioè solo da coloro che si dedicavano al lavoro manuale. Questo aiuta i cittadini di oggi a scoprire i nomi, i mestieri e le arti dei propri antenati. Un merito che va soprattutto al direttore Arturo Bascetta, che si è sobbarcato con perizia e volentieri l'immane lavoro di una collana aperta a più collaboratori, come già abbiamo visto per i volumi pubblicati. E' la meravigliosa documentazione del Catasto Onciario (con migliaia di nomi, cognomi e luoghi) portata alla conoscenza diretta degli eredi di quei nonni. Ing. Francesco Maselli Già Presidente Provincia di Avellino

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