Fernando Domingo Ruiz de Castro Andrade y Portugal conte di Lemos. Il viceré di Castro. Parata a Napoli, cavalcata a Roma per il Giubileo (1599-1601)

Alfredo BarrellaArturo Bascetta
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Editore: ABE
Codice EAN: 9788872971550
Anno edizione: 2025
Anno pubblicazione: 2025
Dati: 132 p., rilegato

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Descrizione

Il libro pone in rilievo, con onestà intellettuale e scavo delle fonti, interrogate sui loro più terribili segreti, tirando fuori fatti e personaggi abbandonati all'incuria del tempo, all'oscurità, se non proprio alla morta gora, la palude dell'Inferno. Fatti, avvenimenti, personaggi trattati in modo chiaro e, a volte, con linguaggio aulico, derivante direttamente dall'opera originale consultata, nei pregi e nei difetti, nelle ragioni e nei torti, come negli atti di valore che in quelli meschini. Sfilano dinanzi ai nostri occhi vicerè, conti, baroni, marchesi, nobili cardinali che fanno il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei sudditi, deboli e miseri della società. Sono le ribellioni eroiche del popolo, oppresso dalle angherie, dalle ingiustizie e dallo sfruttamento feroce che riducevano la gente alla miseria e alla fame. Il 1598 si era aperto portando sul trono il Principe delle Asturie, che prese nome, seguendo le indicazioni del padre, di Re Filippo III, sovrano anche di Napoli, dove sedeva il suo Vicerè d'Olivares. Il nuovo Re si sposò al più presto, l'anno dopo, con Margherita d'Austria, sorella dell'Imperatore Ferdinando II di Germania, dalla quale avrà otto figli, di cui quattro di vita lunga: Anna d'Austria (1601-1666), che divenne Regina di Francia, il futuro Re di Spagna Filippo IV, Ferdinando, che divenne Governatore dei Paesi Bassi spagnoli, e Maria Anna di Spagna, che divenne Imperatrice poiché sposò il cugino Ferdinando III d'Asburgo. Quelli che sembrano spagnoli, in realtà, continuano ad essere regnanti d'Austria, proseguendo la stirpe con gli intrecci di famiglia, lontano dai propositi dei Re Cattolici. Filippo III sembrò così disinterassato alla politica che fin da subito fece crescere il potere nelle mani del suo primo ministro, il Duca di Lerma, finì di dilapidare il tesoro reale, già sperperato dal padre in infinite campagne milititari. Nonostante ciò in politica estera le cose andarono meglio, almeno per la pace con l'Olanda e l'Inghilterra e, finalmente, per l'amicizia con la Francia, sancita con il matrimonio tra la figlia Anna d'Austria e Re Luigi XIII, che gli permise di fermare l'espansione dei Savoia, dando il Monferrato ai Gonzaga. A Napoli le cose restavano immutate con il nuovo Vicerè Fernando Ruiz de Castro, Conte di Lemos (1599-1601), oggetto di questo studio, in cui la storia è ricerca, continua e costante. Colpisce innanzitutto la scelta certosina delle fonti, le più svariate e miracolosamente rinvenute dalla pazienza infinita. E quella di Arturo è una vera e propria indagine, attenta e scrupolosa, dei fatti e degli avvenimenti storici, analizzati in modo diligente, esaminati con quella curiosità che è la base per conseguire risultati fecondi e fruttuosi. E' un vero e proprio scandaglio delle fonti esistenti nei luoghi più impensati. Che con la sua sagacia riesce a scoprire, perchè guidato da un fiuto storico invidiabile, che sbircia, nei cunicoli degli archivi e delle biblioteche delle varie città d'Italia e dell'Europa, testimonianze spesso sfuggite anche a storici di professione. A tale tipo di ricerca, affrontata con grande cura e impegno, si è dedicato anche il giovane studioso Alfredo Barrella, neo laureato, con una grande passione per la storia, al quale dobbiamo il contributo cronachistico della trascrizione italo-spagnola dal volgare dei cronisti contemporanei ai fatti. Molte sono le osservazioni, acute e criticamente apprezzabili (da far proprie senza alcuno indugio), sulle cause dei drammi nelle nostre zone del tanto tormentato Seicento, da parte di un risoluto Arturo Bascetta - al quale va un incondizionato plauso - come pure è da sposare il giudizio, a volte severo, su uomini, avvenimenti e fatti di tal secolo. Gli autori della ABE trattano il tutto senza alcuna pietà. Senza alcun falso moralismo. La loro storia è come una ventata di aria fresca, aperta, quasi violenta. Attira e sconvolge.

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