Francesca e Flavia, poco più che trentacinquenni, s’incontrano per caso a Venezia, in una galleria d’arte. Francesca è una fotografa professionista dalla vita tormentata e dal carattere ispido. Flavia, pittrice di azulejosazulejos stabilitasi a Lisbona, sembra l’esatto opposto, con il suo sorriso dolce e l’eterno cappello di paglia ornato da un nastro azzurro. A unirle, nonostante i temperamenti diversi, la passione per l’arte insieme a qualcosa di molto più profondo: lo stesso senso di solitudine e di sradicamento, la stessa vorace fame d’amore. Il singolare rapporto tra loro – fatto di una curiosità e di un’attrazione che le sorprende e le avvince – si sviluppa tra gite in laguna e soggiorni portoghesi, in un mix inebriante di odori e colori. Ma l’incanto ha durata breve, e tra le crepe di una relazione via via più conflittuale affiorano i segni di un passato inquietante, in cui sembrano giocare un misterioso ruolo anche una polaroid scolorita e il tatuaggio di una farfalla sul collo di Flavia. In un crescendo narrativo sempre più incalzante e serrato, a metà tra noir e romanzo psicologico, la quotidianità di Francesca e Flavia si sgretola piombando in un vortice di follia e di sgomento, sino a un folgorante epilogo dal quale nessuna delle due uscirà indenne.
Proposto da Silvana Cirillo al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«Attilio Piovano, docente di musica e critico musicale è anche un valido scrittore e non solo in qualità di saggista. Il Tatuaggio della farfalla, infatti, è un romanzo con tutte le carte in regola, capace di incatenare il lettore con la sua struttura tradizionale a forti sfumature di noir: un plot intrigante, un intreccio ben architettato, penetrazione attenta nei caratteri e negli umori delle due protagoniste, dialoghi intelligenti, mano sicura e leggera nel condurre il racconto con una scrittura vivace ed elegante assieme. Si narra del rapporto complicato e altalenante di due giovani donne veneziane, una fotografa affermata, l’altra decoratrice di azulejas trasferitasi a Lisbona, che si incontrano in una galleria d’arte a Venezia e si muovono tra le due città, fra momenti idilliaci e tensioni, attrazione e sconcerto, e svariati colpi di scena. L’autore si orienta perfettamente tra le calli, gli anfratti, le isole veneziane, come nella psicologia e negli umori delle due protagoniste. Si respira amore per l’arte, per la musica, ma anche un senso di solitudine e sradicamento, un desiderio inappagato di affetto, che risale già all’infanzia e a un passato inquietante, e che accomuna le due giovani, nonostante caratteri, comportamenti e abitudini di vita assai diversi. Dunque un rapporto complesso e intrigante, ma anche conflittuale, ricco di “non detto” e puntellato di illuminazioni, che col tempo si fa più imprevedibile e contorto per sfociare, tra forme depressive e slanci amorosi, appuntamenti e abbandoni, in un drammatico finale a sorpresa.»