Libro candidato da Matteo Ciccaglione al Premio Strega 2022
Ha attraversato un secolo di splendori e di sangue, è stata una pedina nelle mani dell'imperatore e di due papi, ha visto la fine di un mondo e, soprattutto, del sogno paterno. E ora, sola con la sua dama di compagnia, si trova a chiedersi quale sia il significato profondo della sua esistenza.
Ortona a Mare, ottobre 1585. Margherita d'Austria si è ritirata in Abruzzo da alcuni mesi. È qui che, infatti, dopo tanto peregrinare per l'Europa, ha deciso di trascorrere i suoi ultimi anni, qui ha trovato una terra che ama e, soprattutto, che è soltanto sua. Non una pesante eredità paterna, non un privilegio del matrimonio. Sta facendo costruire un palazzo sul mare, un edificio imponente e prezioso che accolga e mitighi la sua vecchiaia. Ma il tempo di Margherita è quasi finito, un male oscuro si sta insinuando inesorabile nel suo corpo e proprio grazie a quest'immobilità forzata si concede, per una volta, di rifugiarsi nei ricordi di una vita piena, importante ma anche carica di sofferenze. Figlia bastarda e molto amata dell'imperatore Carlo V, moglie di un Medici e poi di Ottavio Farnese, duchessa di Parma e Piacenza, governatrice delle Fiandre, sorellastra di Felipe di Spagna e di Juan, l'eroe di Lepanto, madre di uno dei più grandi condottieri del suo tempo, Alessandro Farnese. Ha attraversato un secolo di splendori e di sangue, è stata una pedina nelle mani dell'imperatore e di due papi, ha visto la fine di un mondo e, soprattutto, del sogno paterno: quello di un'Europa unita, imperiale e cristiana. Ma è stata anche amante del bello, dai gioielli all'arte, alla musica. E ora, sola con la sua dama di compagnia, si trova a chiedersi quale sia il significato profondo della sua esistenza.
Proposto da Matteo Ciccaglione al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«La signora delle Fiandre è un piccolo capolavoro letterario che ripercorre la complicata storia del Cinquecento europeo attraverso lo sguardo di una delle donne più influenti e tormentate dell'epoca. Con una scrittura cesellata e lirica, Giulia Alberico mette a nudo l'animo dolente e inquieto di Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, duchessa di Firenze, di Parma e Piacenza e poi governatrice delle Fiandre. Libertà e ragion di Stato, sono le due facce di una medaglia anomala con cui Madama Margherita ha dovuto fare i conti dall'adolescenza ribelle, fino agli ultimi giorni di vita nei feudi di Ortona in Abruzzo, e che l'autrice indaga con precisione storica ed una potenza narrativa che scuote e commuove. Un romanzo di spessore – destinato, a mio parere, a diventare un classico – che ci restituisce un personaggio emblematico di cui si conosce troppo poco, in tutta la sua umanità e grandezza.»