L' ingrata

Dina Nayeri
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Traduttore: Flavio Santi
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Codice EAN: 9788807033858
Anno edizione: 2020
Anno pubblicazione: 2020
Dati: 366 p.,libro in brossura
Disponibile anche in eBook a € 9,99

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Descrizione

Con una scrittura densa di rabbia, di tenerezza e di compassione, una grande autrice scrive un libro fondamentale per questo tempo, che parla direttamente al cuore e alla coscienza. La storia di chi fugge e attraversa confini con la speranza di trovare una vita nuova.

"Ogni paese appartiene a chi ci è nato. Gli altri possono entrare, ma a una condizione: restare al proprio posto. E rinunciare a se stessi."

Alla fine degli anni ottanta, quando la sua famiglia decise di fuggire dall'Iran in guerra, Dina Nayeri era una bambina. Il rumore delle bombe, le sirene e le corse per nascondersi nel seminterrato, la poca luce filtrata dalle finestre serrate erano tutte cose normali. Negli anni a venire, sui letti a castello delle case per i rifugiati di Londra, di Dubai, di Roma, poi dell'Oklahoma, Dina conobbe per la prima volta il silenzio del sonno tranquillo e ininterrotto: quella fu la sua prima idea di cosa fosse la pace. Sua madre le diceva di pregare e di essere grata. Sui migranti sono state scritte molte storie. A partire dall'Eneide, l'esperienza di chi è costretto a fuggire non ha mai smesso di essere all'origine di narrazioni impetuose, grandi, travolgenti. Storie di singoli individui, soli contro la perdita di tutto, storie che sono universali. Dopo un clamoroso reportage uscito sul "Guardian", The Ungrateful Refugee, Dina Nayeri si misura con la domanda più impietosa del nostro tempo: che cosa significa essere un migrante? E soprattutto: cosa succede quando chi fugge diventa un rifugiato? Qual è il prezzo della sua integrazione? La risposta è semplice. La prima regola per il rifugiato è rimanere al proprio posto. Essere meno capace, avere meno esigenze degli altri. Accontentarsi e ringraziare per l'accoglienza, accettando il destino di un terribile circolo vizioso: sei un pigro richiedente asilo, finché non diventi un intruso avido. Grazie alla propria esperienza, una scrittrice esplora come vive chi è costretto a fuggire, come si declina il rifiuto delle comunità di approdo, e indaga la tragedia dello straniamento dell'identità che tutti i giorni avviene sotto i nostri occhi.