Maximiliano (eBook)

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Will Fowler
Will Fowler
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€ 11,99
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Lingua: Spagnolo
Editore: Crítica México
Collana: Memoria crítica de México
Codice EAN: 9786075698656
Anno pubblicazione: 2025
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Descrizione

Los malos de la historia: Maximiliano «Maximiliano ha pasado a la historia como "un malo" por haber sido un imperialista metiche, dicho así a secas. Por ser un usurpador. Y fue además un malo particularmente esperpéntico y rocambolesco. Hasta ridículo. Imagínense: un Habsburgo, nacido en Viena en 1832 (a 10 145 km de Ciudad de México), que acabó convertido por arte de magia (o gracias a una cruenta intervención militar extranjera) en un emperador austriaco tropical, con una anticuada corte real estrambótica y emperifollada trasladada de forma descabellada desde la caduca Europa al Valle de México: Schönbrunn con palmeras y volcanes de fondo. Sin embargo, aunque resulte contradictorio y polémico constatarlo, Maximiliano es un malo a quien muchos mexicanos medio perdonan cuando nadie está mirando. También los hay, a decir verdad, perfectamente felices de proclamar que sienten pena por él a plena luz del día. Es un malo por el que muchos mexicanos sienten algo parecido a la lástima. El "pobre de Maximiliano" es el príncipe accidental y accidentado que Napoleón III manipuló para convertirlo en su títere o pelele allá en esa América que los franceses empezaron a llamar latina en la década de 1850 (en vez de hispana o ibérica), precisamente para así legitimar sus injerencias en la política de esa parte del hemisferio occidental que no había sido antes británica. Se le ve como un poeta, un hombre poco práctico, crédulo, obsesionado con cuestiones de etiqueta, más interesado en diseñar uniformes palaciegos y cazar mariposas que en ponerse a hacer cuentas o enfrentarse a la realidad. Si se aprecia a Maximiliano, a pesar de que fue un imperialista y un usurpador, es porque, a diferencia de aquellos mexicanos que traicionaron a la patria para apoyar una intervención extranjera, Maximiliano, de forma inversa, fue aquel extranjero quijotesco que, bajo falsas pretensiones, o porque se convenció de que su patria adoptiva lo había mandado llamar, se enamoró de México, hizo de esta su nación y se mexicanizó gritando "¡Viva México!" antes de morir».