Pflicht und Neigung bei Kant. Was bestimmt den moralischen Wert einer Handlung? (eBook)

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Agnes Bledowski
Agnes Bledowski
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Lingua: Tedesco
Editore: GRIN Verlag
Codice EAN: 9783656593508
Anno pubblicazione: 2014
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Descrizione

Studienarbeit aus dem Jahr 2013 im Fachbereich Philosophie - Praktische (Ethik, Ästhetik, Kultur, Natur, Recht, ...), Note: 1,0, Otto-von-Guericke-Universität Magdeburg (Philosophie), Veranstaltung: Imannuel Kant Metaphysik der Sitten, Sprache: Deutsch, Abstract: Welche Handlung ist die moralisch wertvollere? Die Hilfe, die ich meinen Freund zukommen lasse, oder jene, die mein Feind genießt? Im ersten Abschnitt der „Grundlegung zur Metaphysik der Sitten“ gibt uns Kant eine Vorstellung davon, wodurch eine Handlung einen moralischen Wert erlangt. Moralisch wertvoll sei eine Handlung, sobald diese rein aus Pflicht ausgeführt werde. Es dürfe uns nichts weiter zu dieser Handlung motivieren, als die Pflicht oder genauer, die Achtung vor dem Gesetz. Das bedeutet, Neigungen wie Liebe oder Mitleid als Motiv machen eine Handlung nicht moralisch und somit ist Kant der Ansicht, nur die Hilfe meinem Feind gegenüber sei wirklich moralisch. Intuitiv steht man dieser These eher skeptisch gegenüber. Diese rigorose Sichtweise Kants veranlasste Schiller, das Gedicht „Gewissensskrupel und Decisium“ zu schreiben, welches diesen Zwiespalt überspitzt darstellt. Auch in seiner philosophischen Schrift „Über Anmut und Würde“ bezieht sich Schiller auf die Position Kants zum moralischen Wert einer Handlung. In dieser Hausarbeit wird der Weg Kants zu seinem Pflichtbegriff erläutert und in diesem Zusammenhang aufgezeigt, was Kant unter einer „moralisch wertvollen Handlung“ versteht. Anschließend wird Schillers Gegenposition aufgrund seiner Gedichte „Gewissensskrupel“ und „Decisium“ sowie seiner philosophischen Schrift „Über Anmut und Würde“ dargestellt. Zum Schluss werde ich zu einer Lösung kommen, die uns Kants These verständlich und akzeptabel macht. Dazu werde ich anhand des ersten Abschnittes untersuchen, ob und wo Kant seinen Aussagen zu viel Interpretationsspielraum gelassen hat.