Lei è viva (eBook)

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Phil Kansel
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Lingua: it
Editore: Phil Kansel
Codice EAN: 1230003304105
Anno pubblicazione: 2020
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Descrizione

Nove anni fa sua figlia è stata rapita. E ora lei sta andando a riprendersela. A distanza di nove anni dal rapimento di sua figlia Penelope in un centro commerciale di Roma, Diana Gaffuri riceve un biglietto anonimo sotto la porta di casa, contenente soltanto tre parole scritte goffamente a mano: LEI È VIVA. Quando il giorno dopo una ragazza le si avvicina, sostenendo di aver lasciato lei quel biglietto, Diana vorrebbe liquidarla come una stramba mitomane, autrice di un semplice scherzo di cattivo gusto. Ma la giovane sconosciuta dimostra di conoscere particolari che solo Penelope potrebbe sapere. Ben presto diventa chiaro che Diana dovrà intraprendere una ricerca solitaria e rischiosa, che la condurrà in luoghi oscuri, per apprendere la verità sul rapimento di sua figlia. Scoprirà così che il pericolo proviene da luoghi inaspettati. E farà cose che non si sarebbe mai immaginata capace di fare. Ma Diana riuscirà a trovare sua figlia, o è troppo tardi? "Diana non si accorse della lettera finché non si mosse verso la cucina per un altro bicchiere di Gewürztraminer. Notò la busta bianca per terra, nell’ingresso, che si stagliava contro il tappeto grigio. Automaticamente pensò che fosse il solito volantino di consegna di cibo a domicilio. Sollevò la busta, la rigirò perplessa tra le mani. Era senza affrancatura, senza timbro, senza mittente o destinatario. La piega non era stata incollata, solo infilata dentro. Decise di portarla in cucina, posò il bicchiere sul bancone e sfilò il piccolo foglio di carta a righe dall’interno. Tre parole erano scarabocchiate in una scrittura apparentemente infantile: LEI È VIVA Ci vollero un paio di secondi perché la frase trovasse un senso nella mente di Diana. Respirò bruscamente. Poi rivolse di nuovo gli occhi sulla scritta, per assicurarsi di non aver letto male. Aprìla busta, la capovolse, come se potesse spuntarne fuori qualche spiegazione, magari un pezzo vitale ed essenziale del trucco che ancora non fosse uscito dal cappello del mago. Riusciva a percepire i suoi ansiti, bruciava dentro la sua camicetta. L’umidità evaporava dalla sua bocca. Sollevò il foglio, lo ripose delicatamente nella busta, poi si avvicinò alla porta d’ingresso e la aprì. A piedi nudi, uscì sul freddo cemento. Si guardò intorno. Non c’era nessuno. Si mosse sul pianerottolo e scrutò in tutte le direzioni, gli occhi che cercavano qualunque movimento nell’ombra. Si voltò e vide la luce sotto il pannello della porta dell’interno 11. Suonò il campanello, dall’appartamento proveniva il suono soffocato della televisione. Una giunonica donna ucraina aprì la porta e la fissò senza espressione. «Salve» esordì Diana, incerta se la donna parlasse italiano.«Mi dispiace disturbarla. Vivo nell’appartamento accanto.» Indicò la sua porta, nonostante incrociasse la donna quasi ogni giorno lì, sulle scale. Per cinque anni avevano mantenuto un tacito accordo l’una con l’altra: non ti disturberò con chiacchiere o inutili saluti, se riserverai a me la stessa cortesia. E finora, la cosa aveva funzionato bene. «Ho appena trovato una lettera sotto la mia porta. Ma non c’era nessun nome scritto sopra, o qualcosa del genere. Così mi stavo chiedendo se per caso lei avesse visto qualcuno avvicinarsi al mio appartamento.» «No» rispose la donna alzando le spalle. «È sicura? Non ha magari visto qualcuno aggirarsi per il palazzo? Non so, magari qualcuno che non ha riconosciuto?» «No» ripeté lei, stavolta sulla difensiva. «Va bene, grazie.» Diana si mosse verso l’interno 12 e premette il campanello, consapevole del fatto che l’ucraina la stesse ancora osservando dalla sua porta. Quando nessuno rispose dopo tre squilli, Diana imprecò sottovoce e tornò dentro casa sua. Si versò un altro mezzo bicchiere di vino e fissò la busta. Chi avrebbe potuto scrivere un messaggio così vago senza