L' accalappiatopi. Testo russo a fronte

Marina Cvetaeva
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Traduttore: Caterina Graziadei
Editore: E/O
Collana: Assolo
Codice EAN: 9788866328674
Anno edizione: 2017
Anno pubblicazione: 2017
Dati: 330 p., brossura, 3 ed.
Disponibile anche in eBook a € 9,99

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Descrizione

Il tema nordico del Pifferaio magico è il pretesto che la grande poeta russa coglie per orchestrare le aspre dissonanze di una “satira lirica” contro il filisteismo.

«Nell'Accalappiatopi suona alta la condanna di qualsiasi utopia rivoluzionaria: Marina Cvetaeva non crede alla possibilità di un vero trionfo del potere popolare, nei fatti che hanno drasticamente cambiato la storia del suo Paese scorge anche la segreta spinta della sete di potere, dell'invidia di classe» - Serena Vitale, Il Sole 24 Ore

L’accalappiatopi esprime l’antinomia fondamentale della poetica di Marina Cvetaeva: il conflitto tra l’Anima-Poesia e il corpo, ovvero il quotidiano, che esige dal poeta la resa assoluta. Composto negli anni dell’emigrazione fra Praga e Parigi, L’accalappiatopi è l’ultimo poema di Marina Cvetaeva ispirato a un motivo del folclore, la leggenda del Pifferaio magico. Ammaliati dal suono del flauto – seduzione femminile della Musica – i topi sognano di una rivoluzione mondiale in un’India favolosa. Seguono il Pifferaio incantati da miraggi d’Oriente. Incalzante il ritmo del Flauto e dell’intero poema, musica demònica che conduce alla morte non morte nel regno della libertà. L’originale interpretazione della fiaba vuole che i topi siano salvati dall’imborghesimento e i bambini di Hameln sottratti per sempre all’orrore della ripetizione. Il loro esodo verso una terra promessa, Paradiso della Poesia, Eden e Sesamo, avviene in un tripudio di azzurro, mitico colore dell’Anima romantica. Il tema nordico del Pifferaio magico è il pretesto per orchestrare le aspre dissonanze di una “satira lirica” contro il filisteismo. L’accalappiatopi esprime l’antinomia fondamentale della poetica di Marina Cvetaeva: il conflitto tra l’Anima-Poesia e il corpo, ovvero il quotidiano, che esige dal poeta la resa assoluta. Così avvenne per Majakovskij, così per la Cvetaeva, suicida ad Elabuga nel 1941, dopo il suo rientro in URSS. Lo scontro si dinamizza nel tessuto poetico, dispiegato lungo un ampio registro, che alterna toni alti e bassi, dizione biblica e modi colloquiali o gergali.