Fra Olimpo e Parnaso. Società gerarchica e artificio letterario

Fulvio Pezzarossa
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Editore: CLUEB
Collana: Quaderni di schede umanistiche
Codice EAN: 9788849130560
Anno edizione: 2009
Anno pubblicazione: 2009
Dati: 237 p.,libro in brossura

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Descrizione

Il volume illustra il tessuto di persistenze e di slittamenti fra assetti politico-sociali e la strumentazione culturale che li definisce e ne consente la funzionalità, toccando significative esperienze dell’Italia delle città, da Bologna (L. Avellini, F. Pezzarossa, M. Rinaldi) a Firenze (L. Michelacci) in età rinascimentale e barocca, a Napoli (N. D’Antuono) e Milano (M. Righini) dell’Ottocento, alla Roma papale (I. Calisti) letta dalla sensibilità femminile moderna, aprendosi pertanto a considerare un sistema culturale che pervade un arco cronologico di continuità dalla congiuntura della prima modernità, per l’intera durata dell’ancien régime. Il titolo evoca il potere, lungo quella parabola temporale, della mitologia, nel suo significato di elemento basilare per la cultura occidentale, che consente la rappresentazione traslata dei tratti profondi che definiscono un universo antropologico solo lentamente evoluto, smorzando l’ansia di continuità con la pregnante persistenza di riferimenti a trame figurative e a dislocazioni mitiche, dove perciò la risorsa letteraria maschera e potenzia le significazioni attive in una incessante dialettica sociale. Nella dimensione mitica, Olimpo e Parnaso costituiscono i due corni eminenti di costellazioni di significanti attorno ai quali, sin dentro le soglie della modernità, si condensano le forze dialettiche rilevate dagli strumenti culturali di percezione e di rappresentazione del mondo, nella duplicità dell’istanza razionalizzante del potere e di quella metaforica, e a tratti alternativa, della creatività. La dialettica fra ceti e centri di potere, si ammanta allora del repertorio tradizionale di immagini divaricate, che materializzano più nitidamente la difficile interpretazione dell’attualità storica e sociale, proiettando anche in un dimensionamento spaziale oppositivo (tra città e campagna, tra centro e periferia) i meccanismi di una contrapposizione tra ceti politici e gruppi intellettuali altrimenti non raffigurabile dal corredo di strumenti narrativi che soffrono la frammentarietà dal contingente.