Fuoco all'anima. Conversazioni con Domenico Porzio

Leonardo Sciascia
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Editore: Adelphi
Collana: Piccola biblioteca Adelphi
Codice EAN: 9788845936395
Anno edizione: 2021
Anno pubblicazione: 2021
Dati: 169 p.,libro in brossura
Disponibile anche in eBook a € 6,99

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Descrizione

Un dialogo mobile, ribelle, dal quale filtrano verità che nei libri di Sciascia rimangono talora celate come in uno scrigno.

«Fuoco all'anima è una confessione intima, parole estreme pronunciate sulla soglia, sotto quell'ombra "grande e irreversibile". Il testo, molto forte, suona come estremo testamento, temprato in ore di dolore e meditazione – condivise con l'amico Porzio – in cui il tessuto della vita si disgrega.» – Piero Melati, il Venerdì - la Repubblica

«Sono finiti i caffè letterari, il colloquio stesso» confida Sciascia a Domenico Porzio. «Eppure colloquiare significava non soltanto chiacchiera, ma esperienza, urbanità». Ed è come se questo libro, che registra incontri avvenuti lungo il 1988 e il 1989 e interrotti dalla morte dello scrittore, i due amici l'avessero disegnato proprio per scongiurare la fine del libero colloquiare, la dilagante riduzione a intervista della conversazione. Provocato dalla inesauribile curiosità di Porzio, stimolato da un dialogo mutevole, schietto, indisciplinato, Sciascia parla con un'asciuttezza in cui il fervore è schermato dal riserbo e dalla precisione, offrendoci inattesi squarci sulla sua infanzia, quando il 2 novembre i bambini ricevevano i regali dei morti; sulla biblioteca della zia maestra e sul teatro di Racalmuto, responsabili della sua divorante passione per i libri e il cinema; sui drammi che l'hanno segnato, come il suicidio del fratello, cui è seguita quella che con ammirevole pudore definisce «una sequela di guai»; sull'impiego al Consorzio agrario, che gli ha assicurato «il primo impatto con la giustizia». Ma, insieme, vengono alla luce anche tutti i suoi amori: oltre ai libri, Parigi, il Settecento, Stendhal, Savinio, su cui ha pesato l'italica «avversione all'intelligenza», Borges, Pirandello, «incontrato nella natura, nei luoghi». E i segreti della sua officina, come la mescolanza dei generi suggeritagli da Malraux, che vedeva in Santuario di Faulkner «la tragedia greca ... calata nel romanzo poliziesco» - incluso il più spiazzante ed efficace: «Per me scrivere è una cosa allegra».