L' antisemitismo e l'Affaire Dreyfus

Bernard Lazare
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Traduttore: Alfredo Rovatti
Editore: Medusa Edizioni
Collana: Le porpore
Codice EAN: 9788876983856
Anno edizione: 2017
Anno pubblicazione: 2017
Dati: brossura

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Descrizione

«L'Affaire Dreyfus aveva cambiato il modo di vedere di Lazare - scrive Stefano Levi Della Torre -, e un effetto analogo aveva avuto su Theodor Herzl, giornalista e scrittore ben inserito nella società viennese, ebreo quasi dimentico ormai di essere tale. Di fronte al massiccio fenomeno antidreyfusardo, entrambi, Herzl e Lazare, scoprivano che, contrariamente alle loro aspettative, l'assimilazione, la normalizzazione degli ebrei nelle società europee era una prospettiva precaria se non illusoria. Herzl concepì un'altra strada e un altro tipo di normalizzazione: il popolo ebraico disperso in ogni paese, senza terra propria ed esposto alla persecuzione avrebbe normalizzato se stesso e i propri rapporti con gli altri popoli se avesse costituito un proprio Stato su una propria terra... Lazare convenne in un primo tempo con Herzl: la questione ebraica era un problema di riscatto nazionale. In una conferenza agli studenti russi del 1898, Lazare aveva spiegato la sua concezione della questione nazionale ebraica. Che cosa c'è di comune tra gli ebrei del mondo? Non la religione: ci sono ebrei credenti e non credenti, panteisti alla maniera di Filone di Alessandria o a quella di Spinoza, ci sono dei positivisti, dei materialisti e degli atei. Non la razza... Ciò che unisce gli ebrei è soprattutto la storia, che comporta tradizioni e costumi comuni. "Noi guardiamo le cose sotto una visuale che ci è comune". Gli antisemiti hanno ragione quando sostengono che l'essere ebrei non si riassume nel fatto religioso, "certo non sanno perché, ed è semplicemente il loro odio a conferire a essi una Confusa chiaroveggenza"; che li fa più vicini alla verità che non i giornali che difendono l'ortodossia religiosa come elemento principale dell'appartenenza ebraica. Lazare registrava la resistenza degli stessi ebrei ad accettare una prospettiva nazionale... Ma vedeva "qualche milione di esseri umani che sono stati sottoposti per secoli alle stesse leggi interne ed esterne, che hanno vissuto in conformità agli stessi codici, che hanno le stesse concezioni e gli stessi costumi: essi chiamano ancora se stessi con il loro medesimo nome di ebrei e hanno la coscienza di appartenere a uno stesso gruppo; Che cosa posso ragionevolmente concludere? Che questi milioni di individui formano una nazione"».