Opere filosofiche. Testo latino a fronte

Marco Tullio Cicerone
Pronto per la spedizione in 1 giorno lavorativo
nuovo € 14,00
Compra nuovo

Paga con Klarna in 3 rate senza interessi per ordini superiori a 39 €.

Editore: UTET
Collana: Classici latini
Codice EAN: 9788851141660
Anno edizione: 2016
Anno pubblicazione: 2016
Dati: 912 p.,libro in brossura

Note legali

NOTE LEGALI

a) Garanzia legale, Pagamenti, Consegne, Diritto di recesso
b) Informazioni sul prezzo
Il prezzo barrato corrisponde al prezzo di vendita al pubblico al lordo di IVA e al netto delle spese di spedizione
Il prezzo barrato dei libri italiani corrisponde al prezzo di copertina.
I libri in inglese di Libraccio sono di provenienza americana o inglese.
Libraccio riceve quotidianamente i prodotti dagli USA e dalla Gran Bretagna, pagandone i costi di importazione, spedizione in Italia ecc.
Il prezzo in EURO è fissato da Libraccio e, in alcuni casi, può discostarsi leggermente dal cambio dollaro/euro o sterlina/euro del giorno. Il prezzo che pagherai sarà quello in EURO al momento della conferma dell'ordine.
In ogni caso potrai verificare la convenienza dei nostri prezzi rispetto ad altri siti italiani e, in moltissimi casi, anche rispetto all'acquisto su siti americani o inglesi.
c) Disponibilità
I termini relativi alla disponibilità dei prodotti sono indicati nelle Condizioni generali di vendita.

Disponibilità immediata
L'articolo è immediatamente disponibile presso Libraccio e saremo in grado di procedere con la spedizione entro un giorno lavorativo.
Nota: La disponibilità prevista fa riferimento a singole disponibilità.

Disponibile in giorni o settimane (ad es. "3-5-10 giorni", "4-5 settimane" )
L'articolo sarà disponibile entro le tempistiche indicate, necessarie per ricevere l'articolo dai nostri fornitori e preparare la spedizione.
Nota: La disponibilità prevista fa riferimento a singole disponibilità.

Prenotazione libri scolastici
Il servizio ti permette di prenotare libri scolastici nuovi che risultano non disponibili al momento dell'acquisto.

Attualmente non disponibile
L'articolo sarà disponibile ma non sappiamo ancora quando. Inserisci la tua mail dalla scheda prodotto attivando il servizio Libraccio “avvisami” e sarai contattato quando sarà ordinabile.

Difficile reperibilità
Abbiamo dei problemi nel reperire il prodotto. Il fornitore non ci dà informazioni sulla sua reperibilità, ma se desideri comunque effettuare l'ordine, cercheremo di averlo nei tempi indicati. Se non sarà possibile, ti avvertiremo via e-mail e l'ordine verrà cancellato.
Chiudi

Descrizione

È risaputo che fu l’ascesa di Cesare, insieme al dolore per la morte della figlia Tullia, ad allontanare temporaneamente Marco Tullio Cicerone dalla vita politica: tra il 46 e il 44 a.C., nella tranquillità delle sue ville, compose un notevole corpus di opere filosofiche, quasi a voler rimarcare il passaggio coatto dal negotium all’otium. Le due opere raccolte in questo volume hanno un ruolo centrale: nei Termini estremi del bene e del male Cicerone immagina una serie di dialoghi volti a individuare il «sommo bene», entrando nel vivo del problema morale, quello che al suo spirito pratico appare come il punto essenziale di tutta la filosofia. Dopo una lunga disamina dei concetti di piacere, dolore e felicità, secondo le principali teorie della filosofia greca, il libro si attesta su una posizione stoica, pur con influenze peripatetiche e accademiche: la virtù è condizione necessaria se non sufficiente per raggiungere la massima felicità. Le Discussioni tusculane completano questo percorso: qui la virtù è messa di fronte alla realtà della vita che sconvolge l’anima con turbamenti d’ogni specie, mettendola alla prova. Così come in seguito Virgilio, Orazio e Ovidio si faranno carico di raccogliere l’eredità della letteratura greca, Cicerone infonde la tradizione filosofica greca nella cultura latina, ponendola al vaglio del giusto e dell’utile per la società romana e usando filosoficamente le sue capacità retoriche e oratorie. Cicerone è insomma il massimo esponente latino di quella che Hegel chiamava «filosofia popolare»: non l’opera rivoluzionaria che sposta in avanti le possibilità della speculazione, ma la rassegna filosofica, la dissertazione colta che non prescinde da un pubblico, un gruppo sociale che quelle posizioni deve di volta in volta ratificare o respingere. Perché, anche nel suo otium filosofico, Cicerone si rifiuta di ragionare in termini diversi da quelli che conosce, non si allontana mai dall’orizzonte politico delle cose: la filosofia non può solo consolare, deve soprattutto servire.