L'ultima sillaba del verso

Romano Luperini
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Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Codice EAN: 9788804674955
Anno edizione: 2017
Anno pubblicazione: 2017
Dati: 264 p., brossura
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Descrizione

Dopo La rancura Romano Luperini continua a fondere l'Io al Noi, per raccontare, con ricordi commossi e riflessioni amare, profonde speranze e altrettanto abissali disincanti, i due decenni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.

«Non è vero che l'impegno è chiacchiera, che ogni cosa esiste solo per la distruzione e la morte e che la mente umana vi cerca un senso e una storia solo perchè ammalata di cultura e di civiltà. Quelle erbe, quei fiori, quei boschi, quei campi costituiscono inevitabilmente un paesaggio, un insieme sensato e interpretabile. Quel viottolo color argilla, che congiunge un gruppo di case ai campi, viene percorso dal trattore rosso che li lavora. Quegli uccelli che sfrecciano dal tetto della casa alla macchia di salici nella valle e da questi agli alberi di acacia più lontani seguono traiettorie obbligate e ragionevoli: collegano il nido sul tetto ai campi e i campi al ruscello che scorre sotto i salici. Se è impossibile trovare un senso generale che spieghi il percorso della storia e il significato della vita e della morte, è possibile però interpretare la società e la natura, raccogliere frammenti di senso, mettere insieme dei tasselli, costruire delle storie e della narrazioni.»

Solo dopo l'ultima sillaba il verso di una poesia acquista significato. Solo alla fine di una vita se ne dovrebbe scorgere il senso. Valerio, il narratore e protagonista di questo romanzo, è sopravvissuto a stento a una terribile malattia che ha devastato il suo corpo. Si trova in una condizione di incertezza, mezzo vivo e mezzo già morto, solo nella campagna più solitaria, fra boschi, colli, uccelli, animali selvatici. E, sul limitare dell'ultima sillaba, prova a chiedersi quale sia stato il significato del suo percorso. In quest'opera di ricostruzione, convoca alla memoria gli eventi della sua storia privata e della Storia collettiva dall'88 fin quasi ai giorni nostri: la separazione dalla moglie, la fine di una militanza e di una fede politica che lo impegnavano dagli anni Sessanta, la caduta del muro di Berlino, la breve relazione con Margareth, la Guerra del Golfo, il legame con una ragazza canadese, Betty, la morte della madre, l'inizio dell'inchiesta Mani pulite, che coinvolge anche il fratello; e poi, imprevisto, un evento che pesa più degli altri: l'incontro con Claudine, un'allieva dell'università, da cui Valerio è attratto al punto da idealizzarla, sovrapponendola al personaggio di un racconto di Musil che porta il suo nome. L'amore con Claudine sembra ridare una meta ai suoi giorni, ma il declino progressivo del corpo, "bene mobile", gli ricorda quotidianamente che ha davanti a sé nient'altro che una serie di ultime volte, che è, in fondo, come il falco che osserva dalla finestra del suo casolare, che "tutto il giorno si prepara, spia la campagna intorno, si protende, aspetta. Aspetta cosa? Se poi la morte arriva e se lo piglia". E tuttavia, dopo dieci anni dall'ultimo incontro, i due avranno modo, sorprendentemente, di vedersi ancora una volta. Nonostante tutto, Claudine non è diventata ancora una figlia: resta una possibile, misteriosa e imprendibile amante. Dopo La rancura – che dando voce a tre generazioni ripercorreva quasi un secolo di storia italiana – Romano Luperini continua a fondere l'Io al Noi, a creare, per usare le parole di Annie Ernaux, "un legame indissolubile fra collettività e individualità attraverso la presenza della Storia". Per raccontare, con ricordi commossi e riflessioni amare, profonde speranze e altrettanto abissali disincanti, i due decenni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.